Sei ore in coda alla frontiera senza motivo

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Difficoltà nel viaggio di ritorno a causa delle lentezze burocratiche alla dogana fra Ucraina e Romania. La carovana umanitaria ha atteso sei ore in zona bianca ed ha oltrepassato il confine solo perché il convoglio è stato riconosciuto come umanitario. Mentre in lontananza si udivano forti esplosioni per gli attacchi Russi in zone distanti dal confine decine di chilometri. Se all’andata i mezzi di Odissea 3 avevano attraversato il confine fra Siret (Romania) e Porubne (Ucraina) con un’attesa di circa due ore, al ritorno, per rientrare in Europa, è stata una vera odissea durata sei ore. I dieci mezzi del convoglio sono rimasti in zona bianca bloccati dalle 5 del pomeriggio fino alle 11 di sera, senza alcun motivo apparente, se non quello che le corsie di attraversamento erano bloccate a causa dei controlli sui mezzi arrivati in precedenza.

Così i 12 volontari dell’Anpas e gli altri dieci componenti del consiglio sono rimasti senza assistenza alcuna, senza la possibilità di un bagno o altro. Questo accadeva mentre da Cernauti, provincia a cui appartiene il deposito di mele (località Toporivci ) arrivavano le notizie di forti esplosioni udite e della popolazione che si preparava alla resistenza. Esplosioni che si sono udite per tutto il fine settimana di Pasqua (sarebbero almeno 11 le vittime civili). "L’Europa ha molti modi per aiutare il popolo ucraino. Ma senza dubbio quello di non creare disagi alla frontiera è più utile di mille parole - spiegano gli organizzatori di Odissea della pace - I controlli sono un dovere ma vanno agevolati quelli in accesso in Romania. Non solo per i convogli umanitari ma per tutti. Altrimenti le lunghe code in uscita dall’Ucraina potrebbero diventare un obiettivo sensibile".

Mas.Sag.

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