Tavoli affollati di presenze, ma i clienti erano finti: al posto dei clienti c’erano solo manichini. È l’originale iniziativa organizzata dal titolare del Biba Bar, che in segno di protesta alle chiusure forzate dei locali ha deciso di dire la sua. E così Marco Valdemi si è fatto prestare i manichini dal vicino negozio di abbigliamento e ha riempito il locale, facendoli "accomodare" ai tavoli del bar. "Trentun’anni dietro a un bancone e non ho mai battuto la fiacca o chiesto l’elemosina - spiega il titolare -, voglio lavorare perché il lavoro è dignità ed è sancito dalla Costituzione". La situazione è pesante per tutti. Lo storico negozio Caccia e pesca di via Cellini ha chiuso i battenti dopo 42 anni di attività, un colpo per gli sportivi che consideravano l’attività dell’ex presidente del consiglio, Claudio Viganò, una vera e propria istituzione. Ma non solo. "È difficile anche per la ristorazione, nell’ultimo anno ho perso il 50% del fatturato - racconta Francesco Rizzo, il titolare del ristorante di Cascina Ovi -. Lavoravo con le multinazionali farmaceutiche e con gli eventi aziendali, con la pandemia si è bloccato tutto. Per non parlare della cassintegrazione: i ragazzi che ho assunto a settembre non hanno potuto beneficiarne, gli altri sono senza stipendio da mesi, nemmeno per Natale sono arrivate le mensilità arretrate".
Patrizia Tossi
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