ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Se i turisti non guardano le stelle (dell’hotel)

Spesso il tutto esaurito, o quasi, sancisce il successo di piccoli alberghi di ultima categoria che in città sono ben sessantasei

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di Annamaria Lazzari

Le stelle, per loro, non significano niente. Gli alberghi di quarta categoria, ultimi nella classificazione alberghiera, rivendicano la loro "dignità". A Milano città sono più numerosi di quanto si pensi: secondo i dati di PoliS Lombardia, su un totale di 480 strutture ricettive alberghiere, sono 66 gli hotel a 1 stella.

A dettare i criteri per la classificazione delle strutture sono le regioni che stabiliscono una serie di standard qualitativi minimi per ogni categoria. Per gli alberghi a una stella, Regione Lombardia prevede, fra l’altro, il cambio delle lenzuola nelle camere una volta alla settimana e un bagno ogni 8 posti letto se nella camera non c’è la toilette privata, che deve però essere presente nel 40% delle stanze. Si stabiliscono anche le dimensioni minime delle camere: 8 metri quadrati per la singola, 14 per la doppia. Per fregiarsi delle 2 stelle cambiano alcuni parametri: il cambio della biancheria da camera deve avvenire due volte alla settimana e ci deve essere un bagno comune ogni 6 posti letto per le camere prive di toilette privata (ma l’80% delle stanze deve esserne dotato). Sono dettagliate anche le misure dei locali di ricevimento e soggiorno, di superficie complessiva "non inferiore a metri quadrati 4 per le prime dieci stanze, mq 1 per ognuna delle ulteriori stanze fino alla ventesima, mq 0,5 per ogni ulteriore stanza" precisa il regolamento regionale. Fra le dotazioni l’ascensore per i clienti che diventa "obbligatorio per edifici superiori a due livelli".

"Poiché l’ascensore è del condominio e non integrato con l’albergo, per la metratura di alcune stanze e della hall non possiamo fregiarci di più stelle" afferma Alessandro Baglietti, 23 anni e responsabile dell’hotel La Vignetta di via Custodi. Gestito dalla sua famiglia dagli anni Novanta, la struttura da 1 stella in zona Ticinese ha 27 stanze, con un tasso di occupazione superiore al 90% ad aprile (prezzi da 70 euro a notte). "Le stelle delle strutture alberghiere non corrispondono allo standard effettivo, già il fatto che i criteri varino da regione a regione rende aleatorio il giudizio. Agli stranieri peraltro non interessa, guardano più le recensioni e su quelle ci difendiamo bene: su Booking il nostro punteggio è 9. Grazie all’ottima reputazione lavoriamo con una clientela variegata che include viaggiatori, professionisti in trasferta e molti studenti della vicina università Bocconi, persino alcuni professori".

"Ho ristrutturato completamente l’albergo 4 anni fa, tutte le stanze hanno il bagno, i servizi sono di qualità ma per le dimensioni striminzite della reception non posso aspirare alle 3 stelle" spiega Fernanda Gueiros, 41enne di origini brasiliane che da 14 anni gestisce l’hotel San Biagio di via Paganini. In questo albergo da una stella in zona Loreto da 10 stanze (con prezzi da 50 euro a notte) ad aprile il tasso di occupazione ha sfiorato quasi il 100%, fra turisti, lavoratori, studenti, parenti di ricoverati. "Stiamo lavorando bene ma la quarta categoria non è un bel biglietto da visita. Il sistema di classificazione è da rivedere. Ci sono strutture da 1 stella che sono fatiscenti ma numerose altre con servizi di categoria superiore a cui l’attuale classificazione non rende giustizia".

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