“E pensare che i prof delle medie non avevano preso benissimo la mia scelta: per loro non ero “da tecnico“”: Flavio Ferraioli, 19 anni, ha seguito la sua rotta ed è arrivato al traguardo all’istituto aeronautico Maxwell, chiudendo la maturità non solo col 100, ma con un brevetto di volo tra le mani.
Quando hai preso la decisione?
“In terza media, durante gli open day. All’inizio guardavo tra i licei scientifici, come mi avevano consigliato i miei professori, ma i miei genitori, conoscendo la mia passione per il volo, avevano scoperto che a Milano esisteva l’Aeronautico. Mi ha subito colpito e, dopo cinque anni, non posso che essere soddisfatto della scelta fatta. Se avessi scelto lo scientifico non sarei così felice”.
Su tecnici e professionali ci sono ancora troppi tabù?
“Eccome. A me consigliavano il liceo perché ero bravo a scuola, a compagni che magari tentennavano in italiano scrivevano tecnico e professionale. E invece lì magari avrebbero dato il massimo e trovato la loro dimensione. Bisognerebbe scegliere non in base ai voti delle medie, ma seguendo l’inclinazione, le passioni. È quello che ho cercato di fare quando mi sono trovato dall’altra parte del campo, davanti ai ragazzini in terza media, agli open day”.
Li conducevate voi?
“Sì e credo che sia molto utile. Siamo stati coinvolti in terza superiore, rispondevamo alle domande di studenti e genitori. E le situazioni si ripetevano: “I prof in realtà hanno consigliato il liceo...“. Io cercavo di portare la mia esperienza. E anche di non cadere in altri tipi di errori: bisogna essere trasparenti, senza vendere quello che non c’è. Non puoi dire ai ragazzi delle medie: “Guarda questo simulatore di volo, ci passerai dentro tutto l’anno“. Non è così. C’è anche tanta teoria oltre ai laboratori, non si studia meno dei licei, è giusto che si sappia”.
L’orario è più “lungo“?
“Sì, quest’anno poi noi abbiamo avuto un’altra novità: abbiamo sperimentato la settimana corta. Che significa finire due giorni alle 15 e uno alle 16, ma ci ha permesso di restare a casa al sabato. Io avevo votato a favore e son contento. Arrivo da fuori, da un paesino in provincia di Lodi, Zelo Buon Persico, e devo fare più di un’ora di viaggio con i mezzi. Il vantaggio di uscire alle 14 era inferiore rispetto a quello di dover viaggiare un giorno in meno”.
Come rilanciare i tecnici?
“L’orientamento è il punto chiave, serve più che togliere un anno. Bisogna eliminare distinzioni di merito tra licei, tecnici e professionali ed evitare consigli perentori alle medie, magari spostandoli un po’ più in là, dopo il biennio, quando hai le idee più chiare”.
Quando è nata la passione per il volo?
“Avevo tre/quattro anni. Tutti i giorni mi portavano a Linate a vedere dalla rete gli aerei allinearsi sulla pista che decollavano. Rimanevo incantato, salutavo i piloti con la manina. Il rumore fortissimo non lo dimentichi. All’inizio mi piaceva molto anche fermarmi a vedere i treni che passavano... diciamo che il Maxwell sarebbe stata la scuola giusta anche se avessi scelto un altro mezzo: l’indirizzo è logistica e trasporti, permette di trovare più sbocchi lavorativi”.
Oltre alla maturità, hai conquistato anche il primo brevetto di volo. Com’è andata?
“Ricordo ancora, dopo il biennio in Covid, bruttissimo, l’inizio della terza. Il professore Paolo Migliavacca, che quell’anno insegnava logistica, è entrato in classe: “Ragazzi, vi piacerebbe imparare a pilotare motoalianti?“. Ci ha portati all’Aeroclub di Alzate Brianza e mi sono iscritto. C’è un progetto con la scuola interessante”.
Si abbattono anche i costi?
“Assolutamente. La licenza di pilota privato costa dai 15 ai 20mila euro al Nord. Attraverso il Maxwell si può completare il percorso di licenza per pilotare motoalianti con 3.000 euro (rispetto ai 5-5.500). E con un corso ad hoc si possono guidare anche gli alianti puri o ottenere la licenza per ultraleggeri”.
Cosa farai adesso?
“Mi sono iscritto alla scuola di volo dell’Aeroclub di Varese per diventare pilota di linea. Voglio volare. E so che è la strada giusta. Il corso per moto-aliante serve anche a quello: a provare davvero. C’è anche chi non lo sa ma soffre il mal d’aria, meglio saperlo prima che perdere tempo e non solo”.
Come funziona?
“È un’università del volo. In altri Paesi, come l’America, è riconosciuta come università. Si studia anche meteorologia, ci sono aspetti di medicina, meccanica, leggi. È molto impegnativa. Ci sono due percorsi: il primo dura in media tre anni ed è molto intensivo, l’altro 5 e ti permette di lavorare parallelamente. Si devono mettere in conto sui 100mila euro, non ci sono borse di studio, ma formule di finanziamento alle famiglie che devono sostenere grandi sacrifici. Io sarò sempre grato ai miei e darò il massimo, come alla maturità: diventerò un pilota di linea”.