Milano, cinquemila prof pronti al trasloco. E tra il personale è in mobilità il 20%

Non si sa ancora quante domande saranno accolte. "Ma il flusso in entrata non compensa quello in uscita". Lavori in corso per salvare il tempo pieno

La protesta dei ragazzi della Massaua per avere due sezioni col tempo pieno

La protesta dei ragazzi della Massaua per avere due sezioni col tempo pieno

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Milano - Cinquemila domande di mobilità sono arrivate all’ufficio scolastico quest’anno, firmate da professori e insegnanti che chiedono di cambiare scuola e regione. "Il flusso in uscita supererà come sempre quello in entrata: poche le domande di docenti che chiedono di venire in Lombardia": ricorda Massimiliano Sambruna, Cisl Scuola Milano. E così le scuole milanesi anche a settembre si troveranno a caccia di insegnanti. "Le graduatorie sono appena state pubblicate – ricorda il sindacalista –, nelle prossime settimane si saprà quante di queste cinquemila saranno accettate. Ma il trend è come sempre costante". Mobilità in vista anche tra il personale tecnico e amministrativo: circa il 20% dei dipendenti in provincia di Milano ne fa richiesta. E mentre si incrociano domande in entrata e in uscita con i posti effettivi, per quantificare le cattedre vacanti, si lavora per la vera partita di Milano: garantire il tempo pieno richiesto a gran voce dalle famiglie. "Per risolvere le criticità alle primarie servirebbe un contingente aggiuntivo, con l’organico di fatto, di 387 docenti in più", ricorda Sambruna, mentre alcune di queste criticità sono in via di risoluzione: accade al comprensivo Massaua, dopo la protesta di bimbi, insegnanti e docenti alle porte del provveditorato. "Aspettiamo l’autorizzazione nero su bianco – spiega il preside Manfredo Tortoreto – ma l’impegno a garantire la seconda classe col tempo pieno c’è. Anche perché in una prima c’è un alunno con disabilità, ma per problemi burocratici nel caricamento dei dati, non era stato considerato". E quindi, in questi casi, le classi devono essere più contenute per garantire l’inclusione. "La situazione sarà corretta con la speranza che dal prossimo anno figuri già nell’organico di diritto", conclude Tortoreto.

Nel frattempo la lettera dei presidi sul tema “tempo pieno e organico“ è stata inviata alla direttrice dell’ufficio scolastico regionale Augusta Celada con in calce 80 firme. "Il tempo pieno è richiesto dal 98% delle famiglie – ricorda la preside Anna Polliani del comprensivo Ciresola –. Tutti lo vogliono a Milano e provincia. Per quest’anno ce la caveremo, forse, con l’organico di fatto, ma il problema è il 2023-24 con i tagli che, ci hanno detto, non verranno compensati. A ottobre dobbiamo presentare l’offerta formativa alle famiglie, ma con quali prospettive?". Esempio concreto di una situazione generalizzata: "Per far funzionare il tempo pieno devo avere 60 docenti su 30 classi, al momento l’organico di diritto è a 52. E inizieremo l’anno con 10 posti vacanti. Dovremo fare entrare le classi dopo e farle uscire prima. E c’è tutto il tema delle sostituzioni oltre al personale che non dovrebbe essere ’accantonato’ in deroga per il sostegno, ma ulteriormente autorizzato. Ci dicano se il tempo pieno continuerà a esistere".

 

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