NICOLA PALMA
Cronaca

Il mistero di Jhoanna Nataly, la baby sitter sparita a Milano: l’ultima chat di notte con l’amica, il compagno e la denuncia in ritardo

La 40enne scomparsa il 24 gennaio, solo sette giorni dopo la segnalazione del fidanzato ai carabinieri. “Era turbata, si sentiva sola: parlava di morte”. Telecamere sotto esame, caccia a un’immagine della donna

Jhoanna Nataly Valle Quintanilla, quarantenne originaria del Salvador, è scomparsa dalla notte tra il 24 e il 25 gennaio. Aperto in Procura un fascicolo per istigazione al suicidio

Jhoanna Nataly Valle Quintanilla, quarantenne originaria del Salvador, è scomparsa dalla notte tra il 24 e il 25 gennaio. Aperto in Procura un fascicolo per istigazione al suicidio

Milano – Lo sguardo perso nel vuoto e le frasi ripetute sempre con lo stesso tono dimesso ai carabinieri e a chi ci ha parlato nelle ultime ore. “Spero che torni”, dice Pablo, salvadoregno di 48 anni che di mestiere fa l’operaio manutentore in autostrada. Della compagna connazionale Jhoanna Nataly Valle Quintanilla, di otto anni più giovane, non si hanno più notizie dalla notte tra il 24 e il 25 gennaio, ma lui ne ha denunciato la scomparsa solo dopo una settimana, nel pomeriggio del 31. Che fine ha fatto la donna? Si è allontanata volontariamente dal monolocale al piano terra di piazza dei Daini 4, nel quartiere Bicocca di Milano? Ieri l’aggiunto Maria Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo hanno aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, ipotesi tecnica per consentire ai carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova di compiere tutti gli accertamenti necessari per capire cosa sia successo; al momento, non risultano indagati né segnalazioni precedenti alle forze dell’ordine per comportamenti violenti o maltrattamenti.

La parte che conosciamo di una storia avvolta nel mistero inizia il 28 gennaio, quando una dottoressa di un ospedale milanese dà per prima l’allarme: l’assenza di Jhoanna, che lavora a casa sua come baby sitter, l’ha molto inquietata, anche perché “ultimamente l’ho vista turbata”. Una verifica a casa della donna e nelle altre pertinenze dell’abitazione (box e cantina) non fa emergere anomalie macroscopiche. Solo 72 ore dopo, Pablo si reca nella caserma della stazione Musocco per riferire “dell’allontanamento volontario della mia compagna”, anche sotto le pressioni di una zia di Jhoanna che vive nel Paese centramericano di origine (e che l’ha cresciuta dopo la scomparsa prematura della madre), preoccupata per le chiamate a vuoto al cellulare perennemente spento. L’uomo mette a verbale di conoscere Jhoanna da 15 anni e di conviverci da 6 in Italia, “sempre a Milano”.

E ancora: “La relazione è sempre andata bene, con alcuni litigi di coppia ogni tanto ma che non hanno mai creato problemi seri alla relazione”. Ai militari, il quarantottenne spiega: “Avevo notato dalla settimana precedente alla scomparsa che Jhoanna era strana: parlava della morte in generale e della solitudine che provava in quanto lontana dalla sua famiglia e soffriva per il fatto che io avessi dei figli nati da una precedente relazione”. L’uomo si rammarica per non aver dato peso a quel malessere: “Non sono stato in grado di rassicurarla e di confortarla nel momento di difficoltà, ma lei regolarmente si recava al lavoro, tornava a casa e la nostra vita di coppia è proseguita nel migliore dei modi, almeno credo”.

E arriviamo alla sera del 23 gennaio: “Avevo notato che sistemava in casa i propri vestiti nell’armadio in modo molto ordinato, ma non ho dato peso neanche a questa cosa, perché ero stanco per il lavoro”. Il 24, “ho lavorato tutto il giorno e sono tornato a casa alle 18.30 circa, lei più tardi di me. Nessuno dei due ha cenato e io sono rimasto a guardare la tv e mi sono addormentato con la tv accesa”; alla trasmissione “Chi l’ha visto?” aggiungerà che assume pastiglie prima di andare a letto.

“Lei credo – si legge ancora nella denuncia – stesse utilizzando il suo telefono cellulare, ma non so per cosa”. L’ultimo sms, stando a quanto risulta, verrà inviato dal telefono di Jhoanna a quello di un’amica 36 minuti dopo la mezzanotte. Poi il silenzio. “In piena notte – spiega Pablo – mi sono svegliato e ho notato che lei non c’era, che mancava una o due valigie e parte dei suoi vestiti invernali, nonché i suoi documenti e il cellulare. L’unica chiave dell’appartamento è con me, quindi lascio la porta aperta sperando che possa fare rientro autonomamente a casa”. Il quarantottenne esclude che Jhoanna sia tornata nel Salvador “in quanto aveva sempre negato di volerci tornare”, ma afferma, nonostante conviva con lei dal 2019, di non sapere “né chi frequenti né il suo luogo di lavoro”. Il complesso residenziale di piazza dei Daini è presidiato da numerose telecamere: quelle immagini potrebbero risolvere il giallo.