Milano - Appena sceso dal treno, si è accasciato all’improvviso, probabilmente dopo essersi iniettato una dose che poi si è rivelata letale. Sì, perché il soccorso tempestivo dei sanitari di Areu alla stazione di Rogoredo, allertati dagli agenti della Polfer, e il successivo ricovero d’urgenza al Policlinico San Donato non sono bastati a salvare la vita di Tariq H.M., pakistano di 41 anni, residente a Lodi e noto alle forze dell’ordine come abituale frequentatore delle piazze di spaccio che ruotano attorno allo scalo ferroviario nell’estrema periferia sud della città. L’uomo si è sentito male alle 21.35 di venerdì ed è deceduto dopo il trasporto in ospedale.
L’inquietante ombra della droga torna così a mettere paura a una zona che per anni è stata monopolizzata dai pusher di "nera", nascosti nel fortino del boschetto di via Sant’Arialdo. Poi il piano d’azione coordinato dalla Prefettura – che ha puntato su repressione dello smercio a cielo aperto, assistenza sanitaria e riqualificazione dell’area verde (oggi riconquistata da runner, ciclisti e famiglie) – ha progressivamente smantellato il super market dell’eroina. Tuttavia, gli spacciatori si sono spostati verso l’hinterland, in particolare nell’area della stazione di San Donato Milanese. Anche lì, però, sono arrivati i blitz, gli arresti e i fogli di via per i tossicodipendenti, per evitare che il fenomeno si radicasse. Il decesso di Tariq H.M. riaccende una volta di più i riflettori su Rogoredo.
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro