La base delle forze dell’ordine si muove a sostegno del vicebrigadiere trentasettenne del Radiomobile indagato per omicidio stradale nel fascicolo aperto in Procura sulla morte del diciannovenne egiziano Ramy Elgaml. Ieri un collega del carabiniere coinvolto e un poliziotto, "in condivisione con un affiatato gruppo di amici e colleghi", hanno lanciato insieme una raccolta fondi per aiutare il vicebrigadiere, sposato e con figli piccoli, a sostenere le spese legali che dovrà affrontare nei prossimi mesi. In serata, le donazioni avevano già superato quota 12mila euro. Nella petizione, pubblicata sulla piattaforma GoFoundMe, si legge: "Il dovere di tutelare la sicurezza della collettività e degli utenti della strada, la missione di assicurare alla giustizia chi mette in atto azioni contrarie alla sicurezza e alla legalità, la vocazione di assolvere un lavoro che è pervaso di rischi, incertezze e imprevisti, operativi, giudiziari e legali, sfocia, in questa ennesima occasione critica e drammatica allo stesso tempo, l’iscrizione nel registro degli indagati per omicidio stradale in concorso". E ancora: "Per quanto venga definito dall’autorità giudiziaria come un “atto dovuto”, a garanzia e per tutti gli accertamenti, questa misura comporta in quel carabiniere, da un giorno all’altro, una serie di difficoltà familiari, lavorative, giudiziarie e soprattutto economiche", la posizione dei promotori. Da qui la decisione di lanciare la petizione: "I fondi raccolti che risulteranno in eccesso rispetto all’esigenza specifica, saranno devoluti all’associazione Onaomac (Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri) per il sostegno alla crescita, all’istruzione e all’educazione dei giovani figli di carabinieri, rimasti orfani prematuramente", la conclusione.N.P.
CronacaScatta la petizione per il militare: raccolti in poche ore 12mila euro