
Ermanno Scervino (Foto Germogli)
Milano, 9 dicembre 2015 - «È mancato il glamour. E sono mancate tante signore della Milano bene che forse hanno preferito andare a passare il week end di Sant’Ambrogio a St. Moritz o a Dubai o Forte dei Marmi piuttosto che presenziare alla Prima della Scala». Il giudizio, cauto e un po’ dispiaciuto, arriva da Ermanno Scervino, stilista che ha l’azienda e le sue sarte mani d’oro per la couture a Firenze ma che è nato a Milano e fin da bambino ha frequentato con la famiglia il grande teatro che lunedì sera ha strabiliato il mondo con la “Giovanna D’Arco” diretta da Chailly. Ermanno, allora stavolta la Prima le è apparsa un po’ sottotono? «Naturalmente c’era da aspettarselo, visto il clima di allarme e di paura che si è diffuso dopo i tragici fatti di Parigi – risponde lo stilista che ha vestito Agnese Landini Renzi di pizzo nero con un abito monospalla dal grande charme – ma certo qualche signora in sala sembrava un po’ fuori luogo. Non ho visto molti begli abiti, tutto era un po’ fanè. E poi c’erano troppe signore agée».
Insomma mancavano le giovani donne di Milano e d’Italia? «Ecco, sì, proprio così. Sono quelle che hanno preferito la prima vacanza sulla neve o lo struscio a Cortina. Invece a New York alle feste al Metropolitan Museum come al gran ballo del Met Gala di maggio fanno a gara le socialites più giovani per non mancare una soirèe».
Si sono viste tante pellicce... «Molto revival, molto prese al volo dall’armadio. Insomma, niente di speciale, niente di fatto fare per un’occasione così importante».
Però c’era il bolero di volpe verde smeraldo di Daniela Santanchè! «Più che verde smeraldo, direi verde mela».
Quando lei viveva a Milano c’era un’attesa speciale per Sant’Ambrogio alla Scala? «Come no! Le signore della grande borghesia milanese andavano da Biki e sfoggiavano i gioielli preziosi. Ora tutto è cambiato. Io non ho certo nostalgie per quegli anni, ma noto che l’altra sera non c’era grande eleganza, neanche quella classica».
Lei ha vestito la first lady Agnese Landini Renzi. Come ha ideato quell’abito? «Sì, ancora una volta ho avuto l’onore di disegnare l’abito di Agnese. E non per immodestia dico che era bellissima, semplice, chic, moderna. Adatta ad un’occasione tanto ufficiale e tanto delicata per i momenti che il mondo sta vivendo. Ho scelto il pizzo nero e in tanti mi hanno fatto i complimenti per la classe della signora Renzi. Se non ci fossero stati i tragici fatti di Parigi e l’allerta terrorismo, l’avrei vestita di pizzo rosa. Lei è talmente bella!».
Chi erano i meglio vestiti della Prima? «Per gli uomini, su tutti vince in eleganza Roberto Bolle. Perfetto. Per le donne non ho dubbi: la meglio vestita è stata Patti Smith che è scesa dal palco del concerto con gli U2 a Parigi ed è arrivata alla Scala con lo stesso tailleur pantaloni. La trovo divina, naturale e carismatica come nessun’altra».
E Carla Fracci? «È sempre uguale. Le foto di ieri potevano essere di qualsiasi altro anno...».