NICOLA PALMA
Cronaca

Vigile ucciso, il fratello: "Troppe beffe, non crediamo più nella giustizia"

Parla Carmelo Savarino a 9 anni dall’omicidio del fratello: nessun risarcimento, ci abbiamo rinunciato. Nikolic? Non ha mai chiesto scusa

Cerimonia in ricordo del vigile Nicolò Savarino

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Milano, 13 gennaio 2021 - "È dura dire una frase del genere, ma noi non crediamo più nella giustizia: le beffe e le delusioni che abbiamo vissuto ci portano a dirlo, a malincuore". Pomeriggio di ieri. Carmelo Savarino è appena rientrato a casa dopo aver partecipato alla commemorazione ai giardini di via Livigno in onore del fratello Nicolò, il vigile di quartiere travolto e ucciso la sera del 12 gennaio 2012 dal Suv guidato da Remi Nikolic, all’epoca minorenne. Una commemorazione sobria per via dell’emergenza Covid: presenti il sindaco Giuseppe Sala, la vice Anna Scavuzzo, il comandante della polizia locale Marco Ciacci, l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato e una delegazione del Sulpl guidata dal segretario Daniele Vincini ("Per noi l’assassinio di Nicolò resterà per sempre una ferita aperta").

Il 2020 è stato un anno particolarmente pesante per la famiglia del ghisa: il 6 luglio, Milos Stizanin, che era in macchina con Nikolic quella notte, è stato assolto dall’accusa di concorso in omicidio volontario "per non aver commesso il fatto"; qualche giorno dopo, Nikolic è stato fermato dalla polizia per due furti in abitazione, commessi a soli 11 giorni dal ritorno in libertà dopo 5 anni e mezzo di carcere minorile (9 anni e 8 mesi la condanna definitiva) e il periodo di affidamento in prova. "Un’amarezza dietro l’altra – commenta Carmelo, che ha sempre combattuto per avere giustizia insieme ai fratelli Rocco e Santo –. Dubito possa scontare una pena adeguata: non lo è stata per un omicidio, figuriamoci per un colpo in appartamento...".

Carmelo Savarino, Ieri ha partecipato alla cerimonia per suo fratello: cosa le lascia questa commemorazione? "L’amore dei colleghi per Nicolò e il rispetto che mio fratello si è guadagnato con il suo lavoro, anche tra i cittadini che lo hanno conosciuto e apprezzato. Ci tengo a ringraziare il Comune perché anche quest’anno ha organizzato l’iniziativa, nonostante la pandemia". In questi anni si è parlato tanto di mancati risarcimenti: a che punto siamo? "Abbiamo deciso di rinunciare ai risarcimenti, siamo stanchi. C’era la possibilità di intentare una causa civile contro Nikolic, ma abbiamo scelto di non andare avanti: è un nullatenente, avremmo soltanto speso soldi inutilmente per non vedere un euro; queste persone conoscono la legge molto meglio di chiunque altro e sanno come aggirarla. E poi a noi non sono mai interessati i soldi, ma solo il riconoscimento giudiziario di quello che ha subìto mio fratello Nicolò". Dalle sue parole si percepisce una totale sfiducia verso la giustizia italiana. "E come potrebbe essere altrimenti? In questi nove anni abbiamo ricevuto solo delusioni. Ormai ci sentiamo sconfitti in partenza e non abbiamo più fiducia nella giustizia. È dura da dire, ma purtroppo è così". Sei mesi fa, Nikolic è stato nuovamente arrestato dalla polizia per alcuni furti in abitazione: come ha vissuto quella notizia? "Non con sorpresa. E credo che presto sarà di nuovo in libertà". Da parte sua, c’è mai stato un tentativo di entrare in contatto con voi per chiedere scusa o un segno di pentimento per quanto fatto quella sera? "Mai. Nikolic non ha mai mostrato pentimento né ha cercato un contatto con noi per chiedere perdono". Cosa resta di buono di questi nove anni? "La vicinanza di tante persone. Nel nome di Nicolò".