
Melzo, l’ospedale cittadino compie 255 anni: fu fondato il 31 maggio del 1770 .
Dallo “xenodochio“ dell’anno Mille al primo "Luogo di accoglienza dei poveri infermi" realizzato all’interno di un monastero carmelitano dai Trivulzio, signori del Borgo dal 1499 al 1688. Fino al 1770, l’anno in cui, con "reale dispaccio", Maria Teresa d’Austria, Imperatrice vedova, Regina d’Ungheria e di Boemia, Duchessa di Milano e di Mantova approvò la trasformazione del monastero carmelitano di Melzo in Ospedale Santa Maria delle Stelle. Era il 31 maggio.
255 anni per l’ospedale di Melzo, orgoglio del borgo. Una messa alla presenza di autorità e cittadini per onorare la ricorrenza: "Un patrimonio di umanità e valore, e una storia da preservare". Ricordano l’illustre storia ospedaliera due targhe in rame all’ingresso dell’ospedale. Nel corridoio d’ingresso una piccola ma suggestiva mostra fotografica permanente. La vicenda, di passo in passo, in un testo della storica locale Fiorenza Mauri, instancabile “custode“ di storie, vicende e personaggi, e nelle foto dell’Archivio Fotografico Melzo.
Si parte da molto, molto lontano. "Prima dell’anno Mille - scrive la studiosa - esisteva già un ospedale nel borgo di Melzo, denominato “xenodochio“ e successivamente ospizio. Un luogo di cura strategico al tempo delle guerre fra Veneziani e Milanesi: vi si curarono i feriti di guerra e le donne stuprate dalla soldataglia". Siamo ai due secoli di presenza dei Trivulzio. Realizzarono a Melzo moltissime opere: fra le altre un monastero dei Carmelitani con annesso un luogo di "cura degli infermi", vicino al Santuario di Santa Maria delle Stelle, luogo di culto e pellegrinaggio.
Un secolo dopo il Cardinale Giuseppe Pozzobonelli, riprendendo le indicazioni contenute nella Bolla di Papa Innocenzo X, che prevedeva la soppressione di alcuni conventi per l’esiguità di religiosi, elaborava per la Diocesi una lista di conventi da abbattere ma anche una seconda di strutture da riconvertire in ospedale. Melzo fra questi. Il 31 maggio 1770 il placet dell’imperatrice e l’inizio di un nuovo, lungo capitolo. I lavori di adeguamento del complesso partirono nel 1773. Di lì a pochi decenni sarebbero nati, anche in zona, altri ospedali destinati a diventare un riferimento: Vimercate e Desio, lo Zappatoni a Cassano d’Adda, il Marchesi a Inzago, il Crotta Oltrocchi a Vaprio, il Serbelloni di Gorgonzola.
Storie e vicissitudini diverse, quasi ovunque la mano e la generosità di stuoli di benefattori. Una pagina importante per l’ospedale melzese quella del ventesimo secolo e della presidenza di Rinaldo Invernizzi, promotore di ampliamenti e ammodernamenti, e cui si deve l’arrivo a Melzo, allora, di medici e specialisti di fama. "A Roma chiese il nome di un direttore sanitario con capacità chirurgiche di primo piano: gli venne segnalato il professor Ettore Rastelli, che aveva le qualità idonee e da due anni era in ruolo ad Ivrea come aiuto chirurgo. Invernizzi lo volle ad ogni costo". Rastelli fu a Melzo dal 1938 al 1942, anno della partenza per la campagna di Russia, da cui non tornò.