
A San Donato si rafforza il fronte dei contrari allo stadio del Milan. Sono salite a 2.177 le firme raccolte dal comitato "no stadio" per contrastare l’ipotesi di un impianto sportivo da 65-70mila posti nell’area San Francesco. È questo l’ultimo bilancio di una petizione che, destinata a proseguire ancora, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica, e soprattutto il Comune, rispetto agli svantaggi di una struttura che cambierebbe per sempre gli equilibri e la fisionomia della città. A luglio, quando le adesioni avevano raggiunto quota 1.318, le firme erano state protocollate in municipio. "Sono passati più di due mesi e, dal Comune, nessuna risposta. Un fatto grave e irrispettoso", commenta Annalisa Molgora, tra i referenti del comitato. "Il silenzio regna sovrano - proseguono dal sodalizio - anche rispetto alla richiesta di sottoporre l’ipotesi dello stadio alla Viias (Valutazione integrata d’impatto ambientale e sanitario), ovvero una combinazione di procedure, attraverso le quali poter stimare in modo accurato gli effetti potenziali, sulla salute e sull’ambiente, dell’edificazione di uno stadio e annesso maxi centro commerciale". Risale alla settimana scorsa la bocciatura, da parte del consiglio comunale, della proposta di organizzare un referendum tra i cittadini, col quesito "stadio sì, stadio no". A rigettare la richiesta, avanzata dalla Lega, è stata la maggioranza del sindaco Francesco Squeri. "Una chiusura grave e inspiegabile - osservano gli attivisti del comitato - da parte di un’amministrazione comunale che ha sempre parlato di partecipazione, confronto, condivisione e spirito di comunità". "Non vi è alcun atto ufficiale che dia diritto a procedere con la realizzazione del complesso sportivo e commerciale - aggiunge Iris Balestri, altra anima del comitato -. Non sono state attivate le procedure di legge che ne stabiliscano l’eventuale compatibilità ambientale e sanitaria e, soprattutto, non è stato attivato alcun processo partecipativo e di informazione preventiva verso la cittadinanza di San Donato e gli abitanti di quei quartieri di Milano che ne subirebbero le dirette conseguenze".
Intanto, il fronte del "no" continua a promuovere anche assemblee ed eventi a tema. Ieri sera in via San Bernardo 17 a Milano, nell’ambito di un incontro-dibattito, si sono evidenziate le ricadute che lo stadio avrebbe sull’antico borgo e l’abbazia di Chiaravalle. "Vogliamo ragionare e discutere con la gente. Produrre dati e offrire una visione alternativa di fruizione del nostro territorio", dichiara un altro referente del comitato, Innocente Curci. Il tema resta di stretta attualità e continua a far parlare di sè, tanto più che il Milan potrebbe essere ormai prossimo a presentare al Comune di San Donato una prima bozza di progetto. L’area interessata, di proprietà privata, è un ex terreno agricolo di 300mila metri quadrati ricompreso tra l’A1 e la tangenziale. In origine vi era prevista la costruzione di Sportlife City, una cittadella dello sport con un’arena da 20mila posti. Ora il programma urbanistico potrebbe essere riconvertito in quello dello stadio.A.Z.
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