Milano, 18 agosto 2024 – “Siamo stati svegliati a mezzanotte e mezza da quei colpi, non saprei dire quanti, forse quattro o cinque. Stavamo dormendo, ma ci siamo alzati e affacciati al balcone, come diversi altri vicini, pensando si trattasse di fuochi d’artificio, anche se a quell’ora pareva strano. I nostri cani non la smettevano di abbaiare. Dopo un po’ abbiamo visto i lampeggianti delle auto dei carabinieri sotto una palazzina che non distava più di cento metri. E abbiamo sentito una voce che ripeteva al megafono il nome ‘Ewald’. Una scena da film. Dopo una mezz’ora, vinti dalla stanchezza, siamo tornati a letto”.
Inizia così il racconto di Anna Frisinghelli, cardiologa aresina attiva all’ospedale di Passirana di Rho. Con il compagno Luca e una coppia di amici era arrivata da poche ore per trascorrere un paio di giorni di vacanza e tranquillità nel paesino della Val Pusteria, dove la notte scorsa Ewald Kühbacher ha ucciso il padre Hermann di 90 anni e la vicina di casa 50enne Waltraud Jud, barricandosi poi in casa. Al termine di un lungo assedio, è avvenuta l’irruzione dei Gis. Kühbacher, dopo aver sparato contro le squadre speciali, si è rintanato in una stanza interna e ha rivolto l’arma contro se stesso, ferendosi gravemente alla gola.
Il paese sotto assedio
“Non avrei mai immaginato di trascorrere così il mio sessantesimo compleanno – racconta ancora Anna –. Dopo il ‘fuori programma’ della notte, questa mattina ci siamo alzati presto: io e la mia amica Paola volevamo fare una gita in Austria, mentre Luca ed Enrico sono andati con i cani a fare una passeggiata nei boschi dietro la palazzina dove avevamo dormito. Sono uscita per andare a prendere la macchina che avevo parcheggiato poco lontano e ho tentato di passare a prendere Paola, ma il paese era sotto assedio: posti di blocco ovunque. Ho chiesto notizie a un carabiniere, che mi ha parlato dell’omicida asserragliato nell’appartamento e mi ha invitato a tornare a casa, così come le forze dell’ordine facevano con tutti i residenti di persona e via social. Poche ore dopo, intorno alle 11, abbiamo sentito altri spari e immaginato fosse in corso l’irruzione delle teste di cuoio. Ci ha fatto impressione pensare che a pochi metri da noi si fossero consumati simili drammi. Credo non dimenticherò facilmente questo strano compleanno”.