STEFANIA CONSENTI
Cronaca

Gentiloni al Salone del mobile: "Qui in mostra le energie migliori"

Il premier al taglio del nastro della fiera dell’arredamento

Claudio Luti, presidente del Salone; Emanuele Orsini, Presidente Federlegno; Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio; il sindaco Giuseppe Sala; Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo economico.

Milano, 18 aprile 2018 - C'è l'Italia che ci crede. Che lavora. Fatta di piccole e medie imprese forti nel loro tessuto produttivo, leader in creatività, in questa edizione del Salone del Mobile. Che interroga la politica, in attesa di segnali da Roma, di «un governo che arrivi il prima possibile», auspica il leader degli industriali, Vincenzo Boccia. E c’è Milano, in Lombardia, che fa da vetrina per l’edizione numero 57, quella che sembra avviata a toccare 400 mila visitatori.

E lo sa bene il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, presente al taglio del nastro con la collega del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati («la sua presenza ci aiuta riequilibrare le quote di genere»), che ammette: «È un’emozione tornare qui al Salone. È un’esperienza straordinaria, forse unica che mi sembra cresca di anno in anno. Anche quest’anno ci sono le condizioni che abbia un successo non inferiore a quello degli anni precedenti o forse superiore». Perchè il messaggio che viene, attraverso il Salone è che è «possibile coniugare cultura e impresa, tra capacità di innovare e fare festa». Quella che è partita in tutta Milano. In questa «città mondo» che «magari non è ancora la città più bella del mondo ma lo diventerà», assicura il sindaco Giuseppe Sala, «che è leader mondiale della creatività che sta permeando tutte le attività della città». Cosa sarebbe Milano senza il suo Salone? «Perderebbe un pezzo importante di quello che è. Qualcuno cerca di portarcelo via, anche a livello internazionale, ma Milano e il Salone sono uniti più che mai». Nè più nè meno quello che ripete anche il presidente del Salone, Claudio Luti. Che ha scritto in un Manifesto, il primo, le parole d’ordine che stanno al centro del «riposizionamento» del Salone. Progetto, emozioni, impresa, giovani, sistema. Scherza, ma non troppo, Boccia: «sembra quasi un programma per il futuro governo». Non è il tempo dell’indifferenza, troppe scadenze ci aspettano, «bisogna ripartire dal lavoro, dai giovani, dalle infrastrutture, dall’Europa», ricorda Boccia.

E dal territorio, insiste anche Emanuele Orsini, presidente di Federlegno, che ricorda come «questo è uno dei cardini della nostra filiera, e ha reso possibile la nascita del made in Italy come oggi lo conosciamo e come ci viene universalmente riconosciuto». E dal canto suo il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana rimarca il fatto che la Lombardia ha «un tessuto economico e industriale che ci induce a fare squadra con iniziative come il Salone del mobile».