Sala boccia l'idea di due stadi a San Siro

Il sindaco sferza la Lega: demolire il Meazza non è un tabù, ma meglio in restyling. Palalido? Lavori finiti entro aprile

Giuseppe Sala nell'insolita veste di calciatore a San Siro

Giuseppe Sala nell'insolita veste di calciatore a San Siro

Milano, 4 aprile 2019 - O il Meazza o un nuovo stadio. “Tertium non datur’’, direbbero i latini. Conservare lo stadio di San Siro e realizzare un nuovo impianto nel parcheggio lì a fianco non è una strada praticabile. Il sindaco Giuseppe Sala lo dice a chiare lettere durante «Gli Stati Generali del Comune» organizzati ieri a Palazzo Marino dall’associazione Cronisti in Comune.

Il tema stadio viene introdotto da un contributo video dell’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti, che difende strenuamente il Meazza: «San Siro merita rispetto». Sala si dice «abbastanza d’accordo con Moratti», ma coglie subito la palla al balzo per bocciare l’idea leghista, da Salvini a Morelli, di tenere due stadi nell’area di San Siro: «Posso fare come qualcuno chiede, anche la Lega, uno stadio nuovo ma conservando San Siro? Ma come si fa? Tenere San Siro solo per alcuni concerti e le cresime? Ma avete idee di cosa costa ogni anno gestire San Siro? Quindi io dico che l’unica cosa che vedo con difficoltà sono due stadi uno accanto all’altro, a 50 metri di distanza. Oltretutto bisognerebbe sentire anche cosa ne pensano i residenti del quartiere: i Comitati di San Siro non sono tra i più morbidi». Sala, dunque, precisa la posizione del Comune e rilancia la palla verso Milan e Inter: «Il problema è che se loro non fanno una mossa, non so cosa altro ci sia da aggiungere. Milan e Inter non ci hanno detto ancora “abbiamo deciso’’. Io aspetto che ci portino una proposta».

Con no al doppio stadio a San Siro, intanto, il sindaco, ha fatto capire che la demolizione del Meazza non è un tabù: «Non è un tabù. Io preferirei che le quadre lavorassero sul Meazza. Ma se vogliono costruire un nuovo stadio lì di fianco, credo che si sia costretti a demolirlo (il Meazza, ndr). È la cosa migliore? Per me no. Ma voglio dire ai cittadini che Milan e Inter possono dirci: “Non volete un nuovo stadio nell’area di San Siro? Benissimo: andiamo a Sesto San Giovanni’’. E io rimarrei con un guscio vuoto (il Meazza, ndr). E mi direbbero: “Ecco, ti sei perso le squadre’’». Un danno, oltre alla beffa, per il Comune, proprietario dello stadio, che ogni anno incassa cinque milioni di euro cash in totale da rossoneri e nerazzurri. Certo, ammette il primo cittadino, la cifra non è enorme, «non è che facciamo il business sullo stadio». Milan e Inter, invece, puntano a fare business con la realizzazione del nuovo stadio, una soluzione che reputano migliore rispetto al restyling del Meazza perché non sarebbero costrette a traslocare in un altro impianto durante i lavori. Non solo. Le società puntano a incrementare notevolmente gli introiti derivanti dallo stadio e un nuovo impianto con centro commerciale annesso è la loro soluzione ideale. «Non mi sfugge – commenta il primo cittadino – che sia che sistemino l’impianto, sia che ne facciano uno nuovo, le società lo faranno solo nella misura in cui uno sviluppo immobiliare intorno all’impianto consenta loro di rientrare dell’investimento. Un nuovo stadio costa 600 milioni di euro».

Da San Siro al Palalido. Il video del velocista Filippo Tortu sottoposto al sindaco per un commento sugli impianti sportivi milanesi, apre un capitolo sulla telenovela Palalido: dopo anni di ritardi, l’impianto ricostruito non è ancora pronto. Sala, però, annuncia che il lieto fine della telenovela è vicino: «Non so ancora la data esatta dell’inaugurazione, ma entro fine aprire l’assessore allo Sport Roberta Guaineri porterà voi giornalisti nell’impianto per vedere la fine dei lavori». Tortu cita anche il Golden Gala di atletica leggera in programma all’Arena civica nel 2020 e il sindaco fa sapere che Milano vuole che ha chiesto al Coni di tenere «per due o tre anni» il Gala di solito ospitato a Roma e «un impegno per riportare la notturna all’Arena, che non si svolge nell’impianto dal 2011». Dagli impianti sportivi ai Teatri. Quando saranno finiti i lavori di restauro del Lirico? Sala consulta il cellulare e legge un messaggio che gli ha inviato l’assessore ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti: «A ottobre completiamo tutto. Per la gestione, invece, c’è ancora un contenzioso in corso. Bisogna aspettare il Tar, che ha tempi paleozoici». Il sindaco, infine, lancia una suggestione: «Penso che a Milano manchi un museo sulla storia della città. Ma non è fattibile in questo mandato».

 

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