MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Sala: c’è spazio a sinistra, no all’asse Pd-M5S

Il sindaco boccia il “campo largo”: meglio una formazione sociale e ambientalista. Meloni? Ha vinto, ma sul governo ha ragione Salvini

di Massimiliano Mingoia

Nel centrosinistra c’è spazio, ma è difficile da riempire. Il sindaco Giuseppe Sala, ancora a casa in isolamento perché positivo al Covid-19, analizza il voto delle elezioni amministrative con un lungo post su Instagram e rilancia la sua idea in vista delle elezioni politiche dell’anno prossimo: "Uno spazio progressista esiste. L’ho detto più volte, a me non piace l’idea di un posizionamento al “centro”, penso debba essere una formazione sociale, liberal-democratica, popolare, ambientalista. Lo sappiamo tutti che lo spazio c’è, ma sembra così difficile metterlo assieme!".

Il primo cittadino guarda a un’area che "non può che essere il centro-sinistra (con il trattino, ndr)" e sembra puntare a un movimento alternativo al Pd ma alleato con esso. Certo, mettere insieme Italia Viva di Matteo Renzi, Azione di Carlo Calenda, +Europa di Emma Bonino con qualche nuovo innesto come Sala – uno scenario di cui si parla da alcune settimane – non sembra facile e le parole del sindaco potrebbero riferirsi proprio a questi complicati incastri tra leader dell’area riformista fuori dal Pd. Ma tant’è. Sala, nel suo post, dà giudizi anche sui leader del centrodestra. Ammette che Giorgia Meloni ha vinto le amministrative ("non condivido per niente le sue idee e non credo che sarà per lei facile presentare FdI come un partito “conservatore”, ma a tanti piace"), ma critica la richiesta della presidente di FdI di staccare la spina al Governo Draghi ("in questo momento storico non dobbiamo solo “stare” in Europa, ma dobbiamo “contare” in Europa. E se il Governo cade, tanti saluti a tutto il lavoro fatto!"). Il sindaco, poi, parla di un "problema di di leadership" per la Lega ("Salvini non può resistere, se ci prova va sotto il 10%") ma dice di apprezzare la risposta del Capitano lumbard alla richiesta della Meloni di elezioni anticipate ("“Un conto sono le città, un altro il Governo’’. Speriamo lo pensi davvero", commenta il numero uno di Palazzo Marino).

Non è finita, perché Sala ne ha anche per Partito democratico e Movimento 5 Stelle, i partiti che dovrebbero essere le architravi di quel “campo largo’’ progressista che il segretario dem Enrico Letta prova a cementare da mesi. Il sindaco non sembra condividere questa strategia: "Il Pd è il primo partito, è vero, ma a fronte di un suo oggettivo buon risultato il “campo largo” è senza attrezzature e si rischia di non riuscire a coltivare nulla. Una coalizione è più dei singoli partiti. Dovrebbe servire a eliminare le asperità interne e conquistare così anche la fiducia delle persone che si stanno sentendo lontane dalla politica".

Quanto ai grillini, che alle amministrative hanno ottenuto pessimi risultati, Sala è netto: "Il M5S la barriera del 10% (a scendere) l’ha già sfondata. In questo momento non hanno identità, se Conte prova a intestarsi la battaglia ambientalista fa sorridere". Una bocciatura senza se e senza ma. Il sindaco, peraltro, alle ultime elezioni comunali del 3 e 4 ottobre aveva una coalizione di centrosinistra che non comprendeva il M5S, nonostante le aperture degli ambienti grillini milanesi a un’alleanza a Milano. Altro che “campo largo’’ con democratici e pentastellati.