Quirinale, il sindaco di Milano Beppe Sala boccia i politici: "Draghi oltre il 2023"

Sul caso Quirinale, il sindaco, dopo le critiche ricevute sui social, sferza i partiti e invoca il proporzionale: "Servono nuove forze"

Sergio Mattarella, Beppe Sala e Attilio Fontana alla prima della Scala

Sergio Mattarella, Beppe Sala e Attilio Fontana alla prima della Scala

Milano - Boccia tutti i partiti, chi più chi meno, per la gestione dell’elezione del presidente della Repubblica. Spera che il premier Mario Draghi possa governare oltre il 2023, cioè anche dopo le elezioni politiche in programma il prossimo anno. Auspica che il Parlamento approvi una nuova legge elettorale completamente proporzionale per agevolare la nascita di nuove forze politiche e nuove idee. Il sindaco Giuseppe Sala scrive un duro post sul suo profilo Facebook, il giorno dopo l’elezione del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Un post che sembra un seguito di quello del giorno prima, in cui il primo cittadino milanese commentava così una foto che lo ritraeva con Sergio Mattarella lo scorso 7 dicembre al Teatro alla Scala: "La sera della Prima della Scala si sono alzati molti “bis!” all’indirizzo di Sergio Mattarella. E la stessa cosa è successa in tanti altri luoghi in Italia. La sua rielezione è stata voluta soprattutto dagli italiani. E questo è un fatto. Grazie Presidente!".

Un messaggio che ha ricevuto circa 800 commenti, molti dei quali di questo tenore: "No, sindaco, è la lampante dimostrazione della inettitudine della classe politica che abbiamo espresso. Con tutto il rispetto per Mattarella". Pareri che Sala deve aver letto con molta attenzione, perché ieri di prima mattina, in un altro post, ha scritto di voler "tornare brevemente sulla rielezione del presidente Mattarella" e ha replicato così ai messaggi critici ricevuti, precisando la sua posizione: "Non è stata una pagina edificante per la classe politica (a cui io appartengo, sia chiaro). Poi, tutti i partiti e i leader politici hanno uguali colpe? NO. Quindi qualcuno può rivendicare meriti? Di nuovo NO. La gente, cioè chi ci elegge, oggi dà un giudizio negativo del nostro operato, non si può non comprenderlo".

Partiti inadeguati al compito che avevano di fronte, dunque, soprattutto per quanto fatto da lunedì a venerdì, tra votazioni inutili, veti incrociati sulle possibili candidature e pessimo spettacolo offerto al Paese. Ma non solo. Perché Sala dice di voler "guardare avanti" e aggiunge: "Io spero in due cose. La prima: che Mario Draghi possa ora governare al meglio e che, anzi, possa continuare a farlo anche dopo il 2023. La seconda: che si vada verso una riforma della legge elettorale e che si opti per un vero proporzionale, solo così si agevolerà la nascita di nuove forze politiche. E di nuove idee, di conseguenza".

Uno scenario politico netto. Sala spera che il Parlamento abbandoni il sistema misto maggioritario-proporzionale per puntare su un proporzionale puro (soluzione auspicata dal Pd e avversata, almeno per ora, dai partiti del centrodestra) e vede Draghi a Palazzo Chigi anche nella prossima legislatura. Uno scenario che non convince tutti, neanche nel centrosinistra milanese. La consigliera comunale del Pd Natascia Tosoni, su Facebook, critica le parole del sindaco: "Draghi oltre il 2023? Ma è mai possibile che siamo di nuovo o di già, appena rieletto Mattarella, ad evocarne il suo futuro a discapito della politica? Fino a prova contraria l’Italia è una repubblica parlamentare, nonostante personalitàeletti a destra e anche a sinistra che non perdono occasione per uscire con proposte diverse. Evocare anzi augurarsi che Draghi continui ad essere il presidente del consiglio è proprio un invito alla sfiducia verso la politica e ad affidarsi ad altro. Non un bel segnale. Neanche a Milano".

 

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