Ruby bis, Lele Mora condannato a 6 anni e un mese. In Appello pene più lievi anche per Minetti e Fede

In primo grado le condanne per i tre imputati erano più alte. L'ex agente dei vip: "Sono soddisfatto della sentenza, terrorizzato dall'idea di finire ancora in carcere". L'ex consigliera regionale eviterà il carcere perché concesse attenuanti e per l'ex direttore del Tg4 si potranno chiedere i domiciliari

Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora

Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora

Milano, 13 novembre 2014 - L'ex direttore del Tg4, Emilio Fede, e l'ex consigliera regionale lombarda, Nicole Minetti, sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni in appello per il caso Ruby bis. L'ex agente dei vip Lele Mora, invece, è stato condannato a sei anni e un mese dai giudici della Corte d'appello di Milano per il caso Ruby bis. 

I giudici della terza corte d'appello di Milano hanno condannato Lele Mora a 6 anni e 1 mese, in parziale riforma rispetto alla sentenza di primo grado con la quale era stato condannato a 7 anni, perché hanno ritenuto che i reati di induzione e favoreggiamento della prostituzione siano stati commessi in continuazione rispetto alla bancarotta della sua società LM mangament, per la quale è già stato condannato. Anche la pena di Emilio Fede, condannato in primo grado a 7 anni è stata rideterminata in 4 anni e 10 mesi (e non 5 anni come scritto in precedenza). L'ex direttore del Tg4 è stato assolto dal reato di induzione alla prostituzione di Ruby, com'era già avvenuto in primo grado, e riqualifica il reato di favoreggianti della prostituzione nei confronti di Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil in "tentativo di induzione alla prostituzione". A Nicole Minetti, condannata in primo grado a 5 anni, sono invece state concesse le attenuanti generiche e la pena è stata ridotta a 3 anni.

LELE MORA - "Sono soddisfatto della sentenza. Sono emozionato, perché se fossi finito carcere si nuovo il mio fisico non avrebbe potuto reggere", ha detto Lele Mora, condannato in appello a 6 anni e 1 mese per la vicenda Ruby bis, dopo la lettura della sentenza da parte dei giudici della terza corte d'appello di Milano. "Ho già pagato - ha aggiunto Mora - perché sono finito in carcere in isolamento per 14 mesi, trattato peggio di un terrorista". "Non mi pento di quello che ho fatto - ha aggiunto Mora - perché se uno si pente non è uomo".

NICOLE MINETTI - I giudici della Corte d'Appello hanno ridotto la pena a Nicole Minetti perché le hanno riconosciuto le attenuanti generiche, che in primo grado non le erano state concesse. In questo modo, spiega il suo legale, l'avvocato Pasquale Pantano, l'ex consigliera regionale, "eviterà il carcere", sempre che la sentenza venga confermata dalla Cassazione, perché con "Minetti si continua a usare la clava".  Gli avvocati Paolo Righi e Pasquale Pantano sono convinti dell'innocenza della loro assistita e anche che "questo processo vada celebrato a Monza". Quindi quella della competenza territoriale sarà una delle questione che riproporranno nel loro ricorso davanti alla Suprema Corte con cui chiederanno l'annullamento del verdetto di oggi. 

EMILIO FEDE -  L'avvocato ed ex parlamentare del Pdl, Maurizio Paniz, che difende Emilio Fede assieme alla collega Alessandra Guerini, ha preannunciato che farà ricorso in Cassazione contro la condanna per l'ex direttore del Tg4 per il caso Ruby. Il legale ha sottolineato però in secondo grado, che è stato "tolto il reato di istigazione alla prostituzione" e sono stati riqualificati altri capi di imputazione, tanto che la pena è stata ridotta. "Le sentenze vanno rispettate e la Corte d'Appello ha dimostrato di essersi impegnata molto", ha spiegato Paniz, chiarendo anche che Fede, qualora dovesse essere condannato anche in Cassazione, "non finirà in carcere", ma ci sarà la possibilità, data la sua età, di chiedere i domiciliari. 

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