Ladre rom incinte in trasferta, circolare del pm: non fermatele, è inutile

Lo stop della procura milanese. "Mamme colpevoli di furto subito libere, snelliamo le procedure"

Polizia in Stazione Centrale

Polizia in Stazione Centrale

Milano, 24 giugno 2019 - Le pendolari dello scippo si muovono spesso sulla direttrice Roma-Milano. In più occasioni, le forze dell’ordine hanno certificato la presenza in città di ladre di etnia rom di fatto domiciliate nella Capitale ma attive sulla piazza meneghina. Sabato mattina, due borseggiatrici sono state bloccate dagli agenti della polfer in Stazione Centrale dopo un furto su un Frecciarossa partito da Roma; altre tre sono state denunciate per interruzione di pubblico servizio perché durante la fuga sono finite sui binari, rischiando di essere investite da un treno Italo; solo la prontezza di riflessi del macchinista ha evitato la tragedia. Come verificato dagli investigatori in diverse operazioni, in particolare in metrò, le borseggiatrici si muovono in gruppi di 10-15, circondano i passeggeri, li derubano e poi scendono alla fermata successiva, passandosi il bottino di mano in mano così da farlo sparire prima dell’arrivo di poliziotti o carabinieri. Al momento dell’arresto, molte hanno sempre la stessa carta da giocarsi: il fatto di essere incinte. Così, quasi sempre, specie quando la gravidanza è in fase avanzata, la direttissima in Tribunale si conclude sì con la convalida del provvedimento, e in alcuni casi con un patteggiamento, ma anche con l’immediato ritorno in libertà. Lo stesso schema si ripete con ancora maggior frequenza quando dai controlli in banca dati emerge che l’arrestata è destinataria pure di un ordine di carcerazione per pene definitive legate a furti commessi in precedenza. In questo caso se la borseggiatrice è incinta, viene applicato l’articolo 146 del codice penale, che prevede il differimento dell’esecuzione per donne in gravidanza o con figli di età inferiore a un anno. Una norma che sta alla base di una circolare firmata il 12 dicembre 2016 dal procuratore capo Francesco Greco e dalla coordinatrice dell’Ufficio esecuzione Chiara De Iorio, inviata a questura e comando provinciale dei carabinieri proprio per snellire procedure che avrebbero comunque un esito scontato. Una direttiva che vale solo per gli ordini di esecuzione emessi dalla procura di Milano e che le ladre spesso utilizzano per restare libere a oltranza.

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