FEDERICA ZANIBONI
Cronaca

Roberto Formigoni a fine pena, ipotesi candidatura alle Europee 2024. Ma ci sono le accessorie

Milano, secondo i rumors potrebbe presentarsi con Fratelli d’Italia. Per sapere se il Celeste sarà di nuovo candidabile si deve attendere la valutazione e la riabilitazione della Sorveglianza

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni

Sarà la giustizia a dettare i tempi per l’eventuale ritorno sulla scena politica di Roberto Formigoni, che fu alla guida della Lombardia per 18 anni. Finito sotto processo per corruzione nel caso Maugeri-San Raffaele, il "Celeste" il prossimo 12 novembre, cioè tra cinque giorni, raggiungerà il traguardo del "fine pena" per aver espiato 5 anni e 10 mesi di condanna. Stando al percorso che lo attende fino ad arrivare alla "riabilitazione", non si può sapere ancora se per le Europee del 2024 ogni ostacolo sarà superato in modo tale che si possa candidare, magari come esponente di Fratelli d’Italia, stando ai rumors circolati in questi giorni.

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Ipotesi questa della sua candidatura che ha preso quota senza, però, fare i conti con i suoi guai giudiziari. In base alla ricostruzione, domenica prossima Formigoni concluderà il periodo di affidamento in prova ai servizi sociali, ottenuto nell’ottobre 2022: "attività di volontariato" con corsi di lingua italiana per le suore straniere che accudiscono gli anziani all’Istituto Piccolo Cottolengo-Don Orione. Passerà però ancora qualche settimana prima della dichiarazione effettiva dell’estinzione della pena, attesa verosimilmente per l’inizio del prossimo anno: per far ciò il Tribunale di Sorveglianza dovrà valutare la relazione sul periodo di affidamento in prova redatta dall’Ufficio esecuzione esterna penale.

Oltre a ciò, per cancellare le cosiddette pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici, che non permette una candidatura alle elezioni, l’ex Governatore lombardo dovrà chiedere ai giudici della sorveglianza la riabilitazione, come fece e ottenne all’epoca Silvio Berlusconi. In base alla normativa è necessario che siano trascorsi almeno tre anni dal momento in cui la pena principale sia stata eseguita o estinta e il condannato deve aver dato prova di buona condotta, paletto quest’ultimo senza dubbio superato da Formigoni. Quindi, prima di poter scendere di nuovo nell’agone della politica, la strada si profila ancora lunga, a meno che non intervenga una straordinaria congiuntura in grado di dare un’accelerata ad un iter cominciato nel febbraio del 2019 dopo il verdetto definitivo della Cassazione.

Allora il Celeste, che ha 76 anni, era entrato a Bollate in seguito all’ordine di carcerazione firmato dalla Procura generale milanese. La difesa aveva chiesto subito la sospensione del provvedimento e la possibilità di scontare la condanna in detenzione domiciliare, in quanto la legge "spazzacorrotti", che per il reato di corruzione preclude la misura alternativa al carcere, era entrata in vigore dopo i fatti contestati e non aveva valore retroattivo.

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