PAOLO GALLIANI
Cronaca

Milano, ecco dove mangiano gli chef

I soci della community The Fork (TripAdvisor) per la prenotazione dei ristoranti hanno espresso giudizi su settanta locali. Tre meneghini fra quelli «che piacciono ai cuochi che piacciono»

Lo staff del Ronchettino

Milano, 30 maggio 2018 - Risaputo, anche nel mondo della gastronomia: non serve essere obesi per essere visibili e tantomeno per piacere. Saggezza popolare ma anche imprenditoriale. E allora, benvenuta normalità. Perché per i maestri dell’alta cucina, i place to be dove mangiare bene e sano hanno spesso l’aria decontractée e rilassata dei locali per tutti e che il più delle volte non hanno familiarità con le «stelle» o con i conti a 3 cifre. Ed eccola la sorpresa, immortalata da un referendum tra i soci della community The Fork, società internazionale del gruppo TripAdvisor per la prenotazione dei ristoranti (45mila in Europa), che hanno avuto modo di esprimere giudizi su 70 locali di nuova apertura (ultimi 12 mesi) o nuova gestione, «i ristoranti che piacciono agli chef che piacciono», insomma gente come Cracco e Oldani, Cannavacciuolo e Moreno Cedroni, Norbert Niederkofler, Bottura e Niko Romito. Intanto una sentenza che ancora una volta premia Milano: primo posto assoluto nei giudizi dei migliaia di iscritti a The Fork, l’Antica Osteria Il Ronchettino al Gratosoglio che Patrizia Meazza ha affidato ai figli Alessia e Francesco e che vede la cucina all’insegna della formula «Fuori Milano» e della tradizione lombarda firmata da Federico Sisti. Nota interessante: il ristorante era stato segnato dallo chef stellato Andrea Ribaldone.

E altri due locali meneghini brillano ai primissimi posti tra le migliori new entry: per l’esattezza, il Berberè di via Vigevano 8 dei fratelli Matteo e Salvatore Aloe, creatori dell’ormai famosa insegna bolognese dedicata alla «pizza artigianale», indirizzo peraltro caldeggiato da Davide Oldani per i suoi «impasti perfetti, buoni e digeribili». E Zibo-Campo Base di via Camminadella, icona dei cuochi itineranti guidati da Giulio Podestà. L’altra sera, i risultati e gli Awards 2018 consegnati dai dirigenti di The Fork e di Identità Golose, al 31esimo piano del Pirellone trasformato per l’occasione in una location da galà per ospiti di riguardo. Con tanto di omaggio per il bel locale vincitore ricavato tra le mura di una cascina storica del ‘600 fra i grattacieli non propriamente fotogenici del Gratosoglio. Periferia di Milano, ma solo per chi pensa che la geografia sia una questione di vicinanza al Duomo e a Palazzo Marino. Del resto, la buona cucina non ha pregiudizi. E possiede anche l’arte della democrazia, in un Paese che spesso fatica ad apprezzarla.