Rispunta la truffa del catalogo: firma sul contratto capestro

Il boom di raggiri sul web non ha mandato in pensione le frodi porta a porta. "Quasi tremila euro da pagare per l’acquisto di merce non voluta"

In diversi casi i truffatori prendono di mira persone anziane

In diversi casi i truffatori prendono di mira persone anziane

Milano, 7 febbraio 2021 - Un classico raggiro porta a porta che sembrava essere destinato a sparire, soppiantato dal boom delle frodi informatiche, con i lockdown che hanno spostato sul web acquisti e vita sociale, rispunta a Milano e in Lombardia. Sono stati segnalati infatti a Federconsumatori Milano nuovi casi di “truffa del catalogo“, un sistema che, approfittando dell’ingenuità delle vittime e abusando della buona fede, induce a firmare contratti capestro che poi le impegnano a sborsare migliaia di euro per l’acquisto di merce non voluta. La truffa prevede una prima telefonata da parte di un call center che, presentandolo come un “regalo“, propone la consegna di una tessera, del tutto gratuita e senza obblighi di acquisto, per poter usufruire di sconti su un catalogo di prodotti per la casa. Una volta accettato si presenta alla porta un incaricato che, dopo aver illustrato la merce (mobili, elettrodomestici, computer e altro), chiede ai malcapitati una firma per la richiesta del catalogo cartaceo da recapitare per posta. La firma viene presentata come una mera formalità, che però nasconde un contratto capestro. La commissione, si legge nell’esposto di una vittima milanese, "obbliga in sostanza al pagamento di 2990 euro + Iva in 36 mesi", di fatto un impegno di spesa abnorme anche rispetto al valore della merce nel catalogo. I truffatori confidano nel fatto che le vittime, spaventate dal rischio di penali o contenziosi giudiziari, finiscano per sborsare la somma in silenzio.

"La truffa del catalogo colpisce soprattutto le fasce più deboli della popolazione – spiega il presidente di Federconsumatori Milano, Carmelo Benenti – oggi quindi è molto importante sapere che nei 14 giorni i consumatori possono esercitare il diritto di ripensamento. Poiché spesso i contratti hanno una totale indeterminatezza dell’oggetto è idoneo contestare quell’aspetto. Come associazione di consumatori segnaliamo ogni volta questi comportamenti, ed invitiamo gli utenti a prendere informazioni sulle società venditrici prima di sottoscrivere contratti". L’associazione è riuscita a far annullare il contratto di una vittima, sottoscritto con una società che risulta avere sede a Bologna, denunciando "modalità di vendita che hanno precluso ogni possibilità di chiarimenti e di tutele nella procedura di acquisto". Con una firma, estorta grazie alle capacità affabulatorie del venditore, il cliente si trova impegnato a pagare. Raggiri analoghi, in passato molto diffusi, ultimamente sembravano spariti dai radar, anche per effetto della pandemia che ha ridotto le attività in presenza e ha provocato un boom di truffe su internet.

 

 

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