Riparare, riciclare, riusare "Stop al consumo compulsivo: diamo nuova vita agli oggetti"

Cesano FaberLab è nata dall’idea (in piena pandemia) di un ingegnere e due periti meccanici per recuperare ciò che può essere riutilizzato, un incoraggiamento a non gettare via tutto

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Ripara, ricicla, riusa. Lo slogan del Cesano FaberLab è un invito a un consumo più responsabile, una vita più attenta al rispetto ambientale, un incoraggiamento a non gettare via gli oggetti se possono essere riparati o riutilizzati. Il gruppo di Cesano ha partecipato a un “Restart Party“, evento organizzato all’interno della ludoteca Città del gioco di via Trento per aggiustare gli oggetti rotti o dare loro nuova vita. In tanti hanno portato ai ragazzi "riparatori" le cose che avevano bisogno di una sistemata. Dai piccoli elettrodomestici ai jeans strappati, dai vecchi computer ai flipper. E ancora, un arco con frecce, una pista per macchinine anni Ottanta, minipimer che hanno smesso di girare. Persino "una luce per leggere che si appende al collo – racconta Domenico Vito, coordinatore del FaberLab cesanese –. Un oggetto curioso, la ragazza che ce l’ha portato era legata a questo dispositivo, ci teneva molto, e siamo riusciti ad aggiustarlo. Era contentissima e come lei decine di persone entusiaste di poter continuare a usare i loro oggetti salvati dal cassonetto dei rifiuti".

Il gruppo è nato all’inizio della pandemia. "In quel periodo – ancora Domenico – abbiamo avuto la possibilità di riflettere. Ci siano accorti che anche in casa, dove eravamo costretti a stare, si poteva riciclare, riutilizzare gli oggetti, non potendo comprare tutto subito". Il gruppo è partito con tre componenti: Domenico è ingegnere, gli altri sono periti meccanici ma anche semplici persone appassionate di fai da te, autodidatti nelle riparazioni. Ora il FaberLab conta una decina di componenti ma mira a diventare "una realtà stabile, un punto di riferimento e un polo per il riuso. Un luogo dove si crea innovazione – prosegue il coordinatore – scoraggiando il consumo compulsivo. Bisogna passare a un’economia della cura: avere cura di ciò che si ha". FaberLab segue i principi dei movimenti "restarters", gruppi che condividono esperienze e competenze per riparare e riutilizzare gli oggetti invece di gettarli via. "Ci ispiriamo all’arte giapponese kintsugi, che è una filosofia di vita – ancora Domenico – consiste nel riparare gli oggetti crepati con colate di oro. Li rende unici, con nuovo valore".

Certo non tutto si riesce ad aggiustare: "Nell’evento di domenica, che ha ottenuto un inaspettato successo e quindi ne organizzeremo altri – sorride il responsabile – una ragazza ci ha portato un piccolo pianoforte elettrico di legno con una scheda elettrica. Ci abbiamo provato: smontato in mille pezzi, ma non c’è stato nulla da fare. D’accordo con la proprietaria, i componenti smontati sono stati riutilizzati per altre riparazioni. Nel pieno spirito del FaberLab".

Francesca Grillo

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