
L'assessore Carmela Rozza e il sindaco Giuseppe Sala (NewPress)
Milano, 10 gennaio 2018 - Rimpasto della Giunta comunale per l’effetto elezioni? Il sindaco Sala, a un mese dalla presentazione delle candidature per le Politiche e le Regionali, fa nomi e cognomi. Anzi, meglio usare il singolare, perché alla domanda «qualcuno dei suoi assessori vuole correre per Gori?», il primo cittadino risponde così: «So che alcuni sono incentivati dalla possibilità di dare un contributo, ho parlato con tutti e per ora l’unico assessore intenzionato è Carmela Rozza, che se vorrà correre avrà il mio appoggio. Si occupa di sicurezza, sarebbe una candidata molto seria per le sue competenze, specie sulle case popolari. Infatti quelle che a Milano danno più problemi, sotto ogni aspetto, non sono di proprietà comunale, ma, guarda caso, della Regione».
La Rozza, per ora, non scioglie ancora la riserva sulla sua candidatura per il Pd alle Regionali. A Palazzo Marino, però, già ragionano sull’effetto elezioni. Rimpasto minimo o ampio? L’intenzione del sindaco, allo stato attuale, sembra un avvicendamento singolo, nel caso in cui sia la sola Rozza a scendere in campo alle elezioni. Insomma, fuori l’assessore alla Sicurezza targato Pd, dentro un sostituto dello stesso partito. Anzi, una sostituta. L’ipotesi di un’entrata in Giunta del capogruppo democratico a Palazzo Marino Filippo Barberis, l’ipotesi più gettonata fino a qualche settimana fa, è però impedita dalla legge sulla parità di genere nelle amministrazioni pubbliche. Sì, perché la Giunta comunale, secondo la normativa vigente, deve essere composta da almeno il 40 per cento di donne. Una percentuale che la Giunta Sala supera di poco: 41,6 per cento. Su 12 assessori, infatti, le donne sono cinque: oltre alla Rozza, la vicesindaco Anna Scavuzzo e gli assessori, anzi le «assessore», Roberta Cocco (Innovazione), Roberta Guaineri (Sport) e Cristina Tajani (Commercio). Ridurre da cinque a quattro il numero delle «assessore» farebbe precipitare la quota rosa al 33 per cento, una percentuale fuorilegge.
Caccia a un’altra donna, dunque. Da pescare nel Pd? Non è scontato. Perché al momento delle elezioni comunali del 2016, in Consiglio comunale non c’era il gruppo di Insieme per Milano, nato lo scorso luglio dalla fusione di Sinistra per Milano e da un gruppo di fuoriusciti del Pd. Insieme per Milano è il secondo gruppo di maggioranza per numero di consiglieri (cinque), dopo il Pd (20), ma prima della lista Sala (4). In caso di rimpasto per l’effetto delle elezioni, il gruppo alla sinistra del Pd deciderà di chiedere un rappresentante in Giunta? La capogruppo di Insieme Anita Pirovano, per adesso, dribbla la domanda: «Non abbiamo conferme di assessori che abbandonino la Giunta e di quanti eventualmente potrebbero essere. Il rimpasto di Giunta andrebbe comunque fatto considerando le sensibilità delle forze politiche di maggioranza, ma anche di un’analisi di verità sull’operato della Giunta».
C’é anche un altro scenario possibile, però, meno gettonato per ora: un rimpasto più largo. Sala potrebbe decidere di mettere mano anche alle deleghe di alcuni assessori. I più citati dai boatos di Palazzo Marino sono Gabriele Rabaiotti (Lavori pubblici), la Cocco, la Guaineri e Lorenzo Lipparini (Partecipazione).