Coronavirus, RiMaflow si lancia nella produzione di mascherine

La fabbrica, recuperata da una cooperativa di dipendenti licenziati a seguito della prima crisi del secolo, si mette al lavoro. Esemplari al Politecnico per analisi di qualità

RiMaflow, produzione mascherine

RiMaflow, produzione mascherine

Milano, 1 aprile 2020 - Dalla crisi finanziaria del 2007 all'emergenza Coronavirus. La RiMaflow di Trezzano sul Naviglio ( Milano), fabbrica recuperata da una cooperativa di dipendenti Maflow licenziati a seguito della prima crisi del secolo, si reinventa e si lancia nella produzione di mascherine.

"RiMaflow - spiega il portavoce Massimo Lettieri - è nata nel 2007 in seguito a una crisi finanziaria che è stato un virus che ha colpito l'economia mondiale". "Allora - spiega - i lavoratori furono licenziati e si misero assieme per dare una risposta a quella crisi, oggi RiMaflow è una comunità di artigiani, lavoratori e disoccupati che si sono messi assieme per combattere il Covid-19 e costruire mascherine".

Lettieri racconta: "Abbiamo recuperato del materiale in giro, Tnt da un'azienda di Teramo e materiale assorbente al 90% che ci ha regalato un'altra azienda di Caleppio di Settala ( Milano)". Gli artigiani e gli operai di RiMaflow hanno così messo in piedi un'officina con macchinari di recupero e hanno iniziato a produrre due tipi di mascherine. "Le regaliamo a chi ne ha bisogno - racconta Lettieri - e abbiamo portato i nostri due campioni al Politecnico per farli analizzare. Vederemo se riusciremo a commercializzarli o a trovare un sistema per distribuirli"

RiMaflow ha interrotto tutte le altre attività per concentrarsi sul progetto mascherine e su un mercato alimentare a Km zero. "Abbiamo messo insieme produttori agricoli e alimentari del territorio insieme ai consumatori - ha aggiunto - e nei prossimi giorni, sul nostro sito, partirà una sorta di vendita di prodotti alimentari a Km zero".

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