Riforma della sanità: scontro tra Moratti e i capigruppo

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Sarebbe potuto andare decisamente meglio l’incontro sulla riforma della sanità tenutosi ieri tra Letizia Moratti, vicepresidente della Regione con delega al Welfare, e i capigruppo dei partiti di maggioranza. Invece l’una e gli altri hanno infine concordato di rivedersi e riaggiornarsi tra una settimana, nella speranza che nel frattempo le distanze emerse ieri si possano ridurre. Sì, perché per la Moratti la riforma della Legge 23, anche nota come Legge Maroni, deve essere fatta presto, entro la fine di quest’anno, e deve essere fatta per intero, per davvero. "Non sono venuta qui a mettere semplicemente qualche toppa": questo, in sintesi, il pensiero espresso ieri dalla Moratti nel corso dell’incontro a Palazzo Lombardia. La stessa Moratti ha sottolineato, tra l’altro, che solo mettendo a punto la riforma entro la fine del 2021 si può avere la certezza di beneficiare dei fondi del Recovery Fund. Da qui la volontà di procedere con una certa celerità.

Di diverso avviso il capogruppo della Lega, Roberto Anelli, convinto che la riforma vada fatta per intero ma non subito, ma con gradualità, in tempi diversi. Detto altrimenti: un conto è approvare una nuova legge sulla sanità e un conto è farla funzionare. Se per approvarla i tempi tecnici ci sono tutti, per farla funzionare invece no. Nel corso dell’incontro Anelli ha sottolineato come la riforma firmata da Roberto Maroni abbia iniziato a funzionare solo due-tre anni dopo la sua approvazione. Da qui il freno: perché andare a scadenza, perché presentarsi alle urne, con una legge non pienamente a regime? Il capogruppo leghista ha sottolineato, infine, come per onorare la scadenza del 2021 e incrociare il Recovery Fund possano bastare riforme parziali, in particolare quelle che dovranno portare alla creazione delle Case della Salute e dei distretti sociosanitari. Da qui la richiesta di completare la riforma solo a partire dal prossimo mandato, solo a partire dal 2023. La posizione di Anelli è stata sostanzialmente condivisa da Franco Lucente, capogruppo di Fratelli d’Italia, e da Viviana Beccalossi, del Gruppo Misto. Con la vicepresidente lombarda si è schierato, invece, Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia. Al di là di tutto, c’è un tema di potere e poteri. Riformare la sanità significa ridisegnare gli attuali equilibri di governance, quelli che passano dall’Agenzie di Tutela della Salute (ATS) e dall’Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST): terreno delicatissimo per i partiti.

Giambattista Anastasio

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