DIANDREA GIANNI
Cronaca

Rider, caos quotidiano sui treni: tante idee ma nessuno paga

Proposte sul tavolo della Prefettura: il punto è chi si sobbarca i costi. Una soluzione sono hub nelle stazioni. "Rischiano di essere poco utilizzati"

Bici dei rider su un treno

di Andrea Gianni

Le proposte e le idee sul tavolo non mancano, ma il problema è un altro: "Chi paga?". E poi c’è da verificarne la fattibilità, la reale utilità per risolvere il problema, mentre il caso delle biciclette dei rider su treni e mezzi pubblici che sta assumendo sempre di più le forme di un impasse. L’ultimo incontro in Prefettura a Milano con sindacati, Trenord e Assodelivery per affrontare il tema si è concluso con l’impegno a riunire altri tre tavoli “spacchettando“ la questione in tronconi: sicurezza, con Polfer, Trenord e Rfi; nuove soluzioni organizzative, allargato anche all’assessorato ai Trasporti del Comune di Milano; formazione dei rider anche sulle regole da rispettare. Sullo sfondo biciclette che ogni giorno vengono caricate sulle carrozze ostruendo il passaggio, assembramenti di fattorini pendolari fra Milano e i Comuni dell’hinteland e delle province lombarde dove vivono, caos e tensione con i controllori. Trenord aveva provato a vietare il trasporto delle biciclette sui treni, ma presta aveva dovuto fare marcia indietro, anche in seguito a polemiche e manifestazione che avevano acceso lo scontro. Poi sono state allestite (poche) carrozze riservate, ma la situazione non cambia. La soluzione più concreta fra quelle in discussione potrebbe essere la creazione di “hub“ nei pressi delle stazioni dove i rider potrebbero lasciare le biciclette, evitando di caricarle sui treni. "Il problema è quello di chi paga per questi interventi – spiega Vincenzo Cesare, segretario della Uil Milano Lombardia – perché Assodelivery non sembra disposta a sobbarcarsi il costo, che comprenderebbe anche la sorveglianza. Bisogna capire, poi, se è una misura utile. Molti rider, infatti, usano la bicicletta per andare da casa alla stazione e poi a Milano per lavorare. È il loro unico mezzo di locomozione".

I depositi per le bici rischierebbero quindi di rimanere poco utilizzati, e il problema irrisolto. L’ipotesi di hub è stata ventilata anche da Just Eat, società che ha scelto di offrire ai fattorini un contratto con le tutele del lavoro subordinato, rompendo il fronte di Assodelivery. Bisogna vedere se e come si tradurrà nella realtà. "Si tratta di trovare un punto d’incontro fra una serie di diritti ed esigenze – prosegue Cesare – fra cui quelle dei controllori dei treni, che rischiano di subire insulti e aggressioni, oltre alla sicurezza di tutti i viaggiatori". ll collettivo di rider Deliverance Milano chiede alle multinazionali di nominare un mobility manager per gestire questo problema, oltre all’aumento delle corse e del "numero dei convogli speciali atti al trasporto delle biciclette".