Un ricorso al Tar siglato con le firme di 104 cittadini di Sesto San Giovanni, Cologno Monzese e Milano, per tentare di bloccare la costruzione della Biopiattaforma destinata a sostituire il vecchio forno inceneritore di Cascina Gatti. L’atto è stato depositato questa settimana al Tribunale amministrativo regionale di Milano, con l’obiettivo chiaro di fermare quello che senza mezzi termini viene definito "un nuovo forno dal quale usciranno inquinanti pericolosi".
Il comitato di cittadini, che conta molti degli abitanti dei quartieri che sorgono nel raggio di circa un chilometro e mezzo dal vecchio forno del CoRe, esprime dubbi e preoccupazioni in merito all’impatto ambientale che la biopiattaforma realizzata dal Cap (Consorzio acqua potabile) avrà sul territorio circostante. "Altro non è che un impianto pensato per bruciare i fanghi provenienti da 6 impianti di depurazione di tutta la provincia milanese – spiegano i cittadini –. Dunque un altro forno, con tecnologie diverse, ma con gli stessi rischi per l’ambiente. Dal suo camino, come afferma lo stesso progettista, usciranno inquinanti pericolosi. Non vale la teoria che emetterà meno inquinanti del vecchio, insostenibile e antieconomico inceneritore – affermano -. Perché il forno sarà in una zona altamente abitata e inquinata".
Il ricorso presentato dai cittadini si basa su almeno due possibili irregolarità: "In primo luogo l’autorizzazione richiesta riferisce a una modifica di impianto – spiegano i firmatari – mentre invece il progetto prevede di smontare completamente il vecchio forno e sostituirlo con un nuovo impianto. Servirebbe una nuova indagine sull’impatto ambientale. Inoltre ad autorizzare i lavori è stata Città metropolitana che è anche socia del Cap, il consorzio che commissiona i lavori".
Il gruppo di cittadini, sostenuto da Medicina democratica e dal Comitato popolare Descantes, è convinto che si possa procedere al recupero e allo smaltimento dei fanghi senza incenerimento. "Lo stesso Cap Holding applica con efficacia e successo tecnologie diverse nei suoi impianti per recuperare e ridurre i fanghi – affermano – . Esistono esempi in provincia di Bolzano che possono diventare un modello.
Ros.Pal.