Riapertura scuole: spaccati tra aperturisti e timorosi dei contagi

Lo studio della Cattolica: uno su due pensa che il ritorno sui banchi porterà un aumento dei positivi. Il 48% crede sia comunque la priorità

Bimbi in piazza con mamme e papà per chiedere di tornare a scuola anche col “rosso“

Bimbi in piazza con mamme e papà per chiedere di tornare a scuola anche col “rosso“

Milano - “Spaccati“ in due, fra il timore dei contagi e l’urgenza di aprire le scuole: a scattare la fotografia dell’impatto psicologico del Covid19 sugli italiani e di come sia cambiato l’atteggiamento in questi mesi è l’osservatorio EngageMinds Hub dell’università Cattolica, che ha avviato un monitoraggio continuo analizzando un campione rappresentativo di oltre cinquemila persone. Sotto la lente dell’ultima indagine spicca la scuola. "E torna il dubbio, quel “bilanciamento“ di cuore e ragione – sottolinea Guendalina Graffigna, docente di Psicologia dei consumi all’Università Cattolica e direttore dell’EngageMinds Hub –. Da un punto di vista emotivo e professionale tutti vorrebbero la riapertura delle scuole per vari motivi: dalla preoccupazione per i figli in isolamento ai timori per i programmi, alle difficoltà di conciliare Dad e lavoro. Ma non sono assenti le preoccupazioni legate ai contagi alla riapertura".

Il 51% degli italiani oggi pensa che l’apertura delle scuole determinerà un aumento dei positivi; il 48% che la ripresa dell’attività scolastica in presenza sia una priorità nonostante l’epidemia. Percentuali che sono mutate col trascorrere dei mesi: a settembre più persone consideravano la riapertura della scuola una priorità (il 64%) e più persone avevano paura dei contagi connessi alla riapertura (56%). "Il bilanciamento dei due atteggiamenti e tra interesse privato e collettivo dipende da caratteristiche psicologiche e valoriali – spiega la psicologa –. Il risultato è questa spaccatura, che dimostra anche quanto il dibattito sul tema e studi scientifici non univoci, che accusano la scuola della diffusione dei contagi da un lato o minimizzano il problema dall’altro, facciano emergere i dubbi fra la popolazione ma anche all’interno dello stesso individuo". La preoccupazione dei contagi legati alla scuola aumenta con l’avanzare dell’età (58% contro la media del 51%). "E soprattutto in quella fascia di giovani anziani molto attivi nella gestione dei bambini in questo momento storico, che si sentono più a rischio", precisa l’esperta. L’osservatorio monitora anche l’orientamento politico: punta alla riapertura delle scuole soprattutto la fascia di popolazione più orientata a destra (52%) e che spinge sulla ripartenza economica. A incidere maggiormente sull’atteggiamento è la dimensione emotiva. "Più le persone si sentono vulnerabili e “giù“, più cambiano le prospettive: è l’effetto alone – spiega la professoressa Graffigna –, si è più negativi verso qualsiasi decisione che potrebbe rendere ancora più vulnerabili. Chi elabora invece una convivenza più “positiva“, per quel che si può, con la situazione pandemica, riesce a essere più razionale".  

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