Viaggio nel reparto Covid del carcere di Bollate: detenuti positivi da tutta la regione

Liberata un’ala della prigione per isolare e curare i reclusi contagiati: oggi sono 59, presto diventeranno 198

Personale sanitario al lavoro nel reparto Covid di Bollate

Personale sanitario al lavoro nel reparto Covid di Bollate

Bollate (Milano), 21 novembre 2020 - «Siamo consapevoli che in un momento di emergenza sanitaria ognuno deve fare la sua parte. A Bollate, con grande professionalità e impegno, ci siamo messi in gioco e abbiamo accettato questa nuova sfida". All’avanguardia per il trattamento avanzato dei detenuti, nei giorni scorsi, nel carcere di Milano Bollate è stato aperto il reparto di degenza Covid. Si tratta del più grande hub della Lombardia, destinato a ospitare i detenuti risultati positivi al coronavirus provenienti dagli istituti penitenziari della regione. Cosima Buccoliero, direttore uscente del carcere, spiegare come, insieme al personale di polizia penitenziaria, ha lavorato per attivare questo reparto.

«Il carcere di Bollate è stato individuato dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria perché strutturalmente è quello che ha lo spazio e le caratteristiche richieste per il Covid hub. Abbiamo destinato a questo servizio alcune parti del settimo reparto (di solito occupato dai sex offenders, nda), spostando i detenuti in altri reparti. L’hub ha un accesso indipendente, con una porta ad apertura elettromagnetica, e tutti i requisiti sanitari richiesti, come per esempio la doccia nella cella, l’ambulatorio nel caso in cui sia necessario fare delle visite mediche e la postazione per il personale di polizia - racconta il direttore uscente - in questo momento abbiamo 59 detenuti positivi al Covid ma asintomatici, nei prossimi giorni sarà ampliato fino a raggiungere una disponibilità di 198 posti su tre piani detentivi". La gestione del reparto è affidata agli operatori sanitari, medici e infermieri, il personale di polizia penitenziaria invece è predisposto al controllo.

"È dotato di tutti i dispositivi di protezione individuali per evitare il contagio, come legittimamente richiesto dalle organizzazioni sindacali di categoria", spiegano dal carcere. Inizialmente c’era stata un’alzata di scudi contro il reparto di degenza Covid per il mancato coinvolgimento della polizia penitenziaria nella fase decisionale. Prima lettere di protesta e poi un confronto con la direzione del carcere hanno placato i malumori. Anche il comandante Samuela Cuccolo della polizia penitenziaria, ha espresso orgoglio per "l’impegno profuso dal personale di Polizia penitenziaria nella creazione del nuovo reparto che servirà alle esigenze di diversi istituti lombardi in questo periodo di emergenza".

Gli ultimi dati resi noti sull’andamento della situazione sanitaria all’interno degli istituti penitenziari lombardi dal Provveditore per la Lombardia, Pietro Buffa, confermano che anche nelle carceri il virus si è diffuso più velocemente rispetto all’ondata di marzo e quindi è stato necessario cambiare strategia. Questi i numeri: 174 i detenuti contagiati, accolti in gran parte nei Covid hub di San Vittore e Bollate, 11 ricoverati e 142 operatori in quarantena fiduciaria per positività o contatti con persone risultate positive. "In questi primi giorni c’è stato un gran turn over di detenuti - conclude la Buccoliero - quelli accolti sono positivi ma senza sintomi, restano in isolamento nell’hub fino al secondo tampone negativo. A quel punto vengono riportati nel carcere di provenienza".  

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