
Controlli della finanza
Milano - Corruzione, truffa aggravata e indebita percezione del reddito di cittadinanza. Ci risiamo con i furbetti che, in cambio di poche decine di euro e qualche regalino, intascano il sussidio. Stavolta in manette è finita una coppia di origine romena, lui 27 anni e lei 26, e una 48enne (ai domiciliari) impiegata allo sportello presso l’ufficio postale di Cesano Boscone (Milano). La coppia, secondo la Procura di Milano, avrebbe corrotto la donna (da chiarire la posizione di un altro impiegato) per creare i documenti d’identità di persone che non avrebbero avuto nessun diritto di percepire il reddito di cittadinanza. Un favore retribuito con 100 euro per ciascuna autorizzazione per la riscossione del sussidio: un profumo, una maglietta, cibo e altri regalini, secondo l’accusa. L’inchiesta ha permesso di accertare che la coppia, dal luglio 2020 al gennaio scorso, avrebbe percepito indebitamente dall’Inps oltre 19mila euro "creando così un ingente danno economico all’erario", scrive il gip Tommaso Perna nell’ordinanza di custodia cautelare.
"Grazie di cuore per oggi mi hai dato un grandissimo aiuto. È un periodo brutto economicamente". È uno dei whatsapp che la 48enne impiegata delle Poste ha scritto alla 27enne romena arrestata: nell’ordinanza del gip si sottolinea come con lo scambio di messaggi dell’ottobre 2020 si "esplicita il proprio assoggettamento all’amica ed il pieno coinvolgimento del disegno criminoso". A conferma della consapevolezza dell’illegalità delle procedure poste in essere e del timore di essere perseguiti penalmente, l’analisi del telefono cellulare della 26enne finita in carcere "evidenziava - si legge nel provvedimento - un’assidua ricerca sul web da parte della stessa di articoli relativi ai cosiddetti “furbetti“ del reddito di cittadinanza, ossia coloro che fruiscono del beneficio senza averne diritto".
Per la coppia finita in carcere esiste il pericolo di reiterazione del reato. Ne è convinto il gip, che ricorda anche come l’uomo fosse già ai domiciliari per un altro reato. "Gli indagati – si legge nell’ordinanza – hanno tenuto una condotta seriale, che con ogni probabilità si è esplicitata anche in relazione a ulteriori pratiche di rilascio della carta del reddito di cittadinanza, rimaste non scoperte, e in ulteriori uffici postali". L’indagine verrà quindi estesa alle procedure di altri Uffici postali lombardi. L’ultima inchiesta della Guardia di finanza risale solo a una settimana fa, quando sono stati denunciati 65 brianzoli accusati di aver percepito, senza averne diritto, il sussidio pubblico.