Un primato tutt’altro che lusinghiero: Milano si conferma anche nel 2022 in testa alla classifica delle province con più denunce di reati. Con un dato che preoccupa ulteriormente rispetto allo scorso anno e soprattutto in prospettiva futura: se nel 2021 i dati avevano fatto segnare una diminuzione rispetto all’epoca pre Covid, in linea con gli anni precedenti, stavolta le stesse statistiche parlano di un aumento percentuale del 2,5% rispetto al 2019, con un trend sul primo semestre del 2023 che promette un’ulteriore crescita a fine anno (+3,5%). È vero che tra 2006 e 2022 le denunce complessive sono sensibilmente diminuite, passando da 290.652 a 225.078, ma è altrettanto vero che l’inversione di tendenza rischia di consolidarsi con due anni consecutivi col segno "+", facendo salire di pari passo il senso di insicurezza che tanto fa discutere da tempo e che ha spinto di recente il sindaco Giuseppe Sala ad arruolare come suo delegato sulla questione l’ex capo della polizia Franco Gabrielli.
I numeri generali
Secondo i dati del Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, rielaborati dal Sole24Ore, nel 2022 Milano ha mantenuto il primato italiano dell’indice di criminalità: se il numero totale delle denunce vede sempre Roma al primo posto (poco più di 6mila in più rispetto al capoluogo lombardo), quello rapportato alla popolazione residente fotografa che all’ombra della Madonnina ci sono state 6.991,3 denunce ogni 100mila abitanti, a fronte delle 6.246,4 di Rimini e delle 5.485,4 registrate nella Capitale. A completare la top ten ci sono nell’ordine Bologna, Firenze, Torino, Imperia, Livorno, Prato e Napoli. In generale, il report certifica lo stop al calo partito nel 2013 sul fronte della criminalità predatoria e allo stesso tempo la diminuzione delle denunce per cybercrime (anche se Milano è quarta per truffe e frodi informatiche).
All’ombra della Madonnina
Prima di concentrarci sui numeri cittadini, urge una premessa. Ci sono almeno tre fattori da tenere in debito conto prima di iniziare a snocciolare e confrontare cifre: la propensione degli abitanti a rivolgersi alle forze dell’ordine (notoriamente elevata a queste latitudini); la percezione più o meno positiva sull’efficacia del presidio istituzionale in un determinato territorio; e il minore o maggiore afflusso di persone che scelgono una città per trascorrerci un periodo di vacanza. Detto questo, la città resta in cima alla graduatoria dei furti con 124.631 denunce nel 2022 (3.871,3 ogni 100mila abitanti a fronte delle 2.943 del 2021). Per quanto riguarda le sottocategorie di reati, Milano ha tenuto la leadership nei colpi negli esercizi commerciali, scivolando al secondo posto per i furti su auto in sosta; in compenso, ha scalato le classifiche dei furti con strappo (68,9 denunce ogni 100mila abitanti) e dei furti con destrezza (1.030,1 ogni 100mila abitanti), sopravanzando rispettivamente Napoli e Rimini nel confronto con l’anno precedente. Pure alla voce "rapine", il capoluogo meneghino ha scalzato dal primo posto quello romagnolo sui dati generali (128,1 denunce ogni 100mila abitanti) e quello partenopeo per i raid su pubblica via (84,3 denunce ogni 100mila abitanti a fronte delle 66,7 del 2021). Ultimo gradino del podio, infine, per i danneggiamenti, con 923,2 denunce ogni 100mila abitanti.
Un altro dato allarmante
Passiamo ai numeri delle violenze sessuali, tutt’altro che rassicuranti. Innanzitutto, i casi denunciati sono cresciuti dai 477 del 2021 ai 587 del 2022 (58 ai danni di minori di 14 anni). Se prendiamo in considerazione l’indice di criminalità, anche in questa fattispecie di reato Milano ha scalato la graduatoria: dal settimo posto su 106 del 2021 al quarto del 2022, con 18,2 denunce ogni 100mila abitanti (-0,7 rispetto alle 18,7 della terza classificata Trieste, dietro Imperia e Bologna). Ultima nota per gli omicidi volontari: Milano è al trentesimo posto con 20 denunce complessive in tutta l’area metropolitana (0,6 ogni 100mila abitanti).
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