Realtà distopiche dal cinema all’attualità

Alberto

Oliva

Da troppo tempo il film è stato relegato ad una dimensione solipsistica in cui lo spettatore si ritrova da solo davanti ad un monitor. Al Pime di via Mosè Bianchi, uno spazio ibrido pieno di iniziative che incrociano le arti e fanno parlare i linguaggi del presente e del passato spesso insieme con insolite risonanze, sta per partire una rassegna cinematografica molto interessante. A promuoverla è l’Associazione per un Mondo Senza Guerre, nata diversi anni fa per sensibilizzare sul tema di cui si fa portavoce attraverso incontri culturali senza scopo di lucro, presieduta dalla giornalista Berenice Galli, con il supporto di un nutrito numero di volontari. La rassegna, dal titolo emblematico di Realtà Distopiche, si propone di indagare il rapporto tra l’immaginario distopico nel cinema e le sue sorprendenti relazioni con la dimensione tecnologica del mondo contemporaneo. A partire da lunedì interverranno diverse figure professionali legate al mondo del cinema, ma anche ad altri ambiti della cultura in generale, accomunate dall’intento di collegare il presente al futuro, l’immaginazione alla realtà, e di promuovere un dibattito che porterà lo spettatore all’imprevedibile ricerca intellettuale di analogie tra arte e vita. L’obiettivo è di promuovere il ritorno al grande schermo accompagnato da figure carismatiche che possano ancora aiutare il pubblico a orientarsi nel linguaggio cinematografico, ma soprattutto aiutare il pubblico di oggi a riflettere sul fatto che molti film scritti oltre trent’anni fa sono in grado di mostrarci il presente con una forza che le opere contemporanee spesso non sanno raggiungere e che i giornali non riescono a comunicare.

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