
Ispezione nelle fogne di Milano da dove una banda di rapinatori si è introdotta in banca
Milano, 4 dicembre 2020 - Più misure di prevenzione, meno gente per le strade. E con il Covid va in crisi anche l’anonima rapine, trasformando le banche lombarde in uno dei posti più al riparo dalle razzie di tutto il Paese. A fotografare il fenomeno è l’Abi, l’associazione degli istituti di credito, che in Lombardia misura un calo 69,4% nei primi nove mesi del 2020: undici colpi, contro i 36 dello stesso periodo del 2019.
Ben lontane dai record raggiunti negli anni Ottanta e Novanta, le rapine confermano, anzi accelerano un trend di riduzione, che a livello nazionale è comunque meno marcato che in Lombardia: 56,4%. La ricerca di Ossif, il Centro di ricerca Abi in materia di sicurezza, è stata presentata ieri. E in tutta Italia conta nel complesso 211 razzie allo sportello. Cala drasticamente anche il cosiddetto indice di rischio, cioè il numero di rapine ogni 100 sportelli - che è passato da 1,1 a 0,5 a livello nazionale e da 1,1 a 0,3 in Lombardia. Ma come accade per ogni media, anche dietro a questi numeri ci sono delle differenze. Ben otto province della Lombardia, ad esempio, nei nove mesi presi a campione segnano un confortante zero sotto l’elenco dei blitz negli istituti di credito: Monza, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Sondrio e Pavia. L’anno scorso, invece, erano soltanto tre: Sondrio, Cremona e Lecco. Milano, da sola, vale la metà dei colpi messi a segno fra gennaio e settembre: 18 su 36 totali.
Gli altri territori, invece, non superano mai i due casi. Calo significativo anche a Monza e nella Brianza, dove da sei casi del 2019 si passa a zero. Il colpo più clamoroso dell’anno resta quello messo a segno a Milano in piazza Ascoli, dove il 3 novembre una banda di malviventi passando dalle fogne ha preso in ostaggio i dipendenti e ha svuotato le cassette di sicurezza, fuggendo poi indisturbata.