Rapina a Milano, dipendente legata e chiusa in bagno: caccia ai 3 banditi della sala slot

L'assalto in viale Monza, aggressori a volto coperto: in fuga con tremila euro. Precedente fotocopia in via Carabelli

La sala slot Fortuna di viale Monza

La sala slot Fortuna di viale Monza

Milano - In tre con i volti coperti . L’irruzione poco dopo l’apertura. La dipendente legata, imbavagliata, chiusa in bagno e privata dei cellulari. La fuga con i tremila euro contenuti nel registratore di cassa.

Il raid ha preso di mira domenica mattina la sala slot Fortuna di viale Monza e sembra la fotocopia di quello andato in scena una settimana fa in via Carabelli, in zona Calvairate: al momento, non ci sono certezze sul fatto che ci sia la stessa banda dietro i due blitz, ma il modus operandi sembra far pensare a un’unica mano. L’assalto di due giorni fa è avvenuto attorno alle 9.20: i banditi, con le mascherine e i cappucci delle felpe calati sulla fronte, sono entrati all’interno dell’esercizio commerciale e hanno aggredito l’unica persona presente in quel momento, una dipendente cinese di 40 anni; con ogni probabilità, conoscevano bene gli orari della sala slot e sapevano che in quel momento avrebbero avuto campo libero. La donna è stata immobilizzata con il nastro isolante e spinta in bagno; poi i tre hanno preso tutti i contanti e sono fuggiti.

Qualche minuto dopo, la quarantenne è riuscita a liberarsi e a dare l’allarme al 112; per fortuna, non ha riportato ferite. Gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura hanno raccolto la sua testimonianza e acquisito le immagini del circuito interno di videosorveglianza dell’esercizio commerciale, gestito da un trentunenne cinese. Le modalità della rapina ricordano un altro colpo, avvenuto il 3 gennaio: quella mattina, in un orario molto simile a quello di domenica, tre banditi hanno circondato il titolare, un trentaquattrenne cinese, gli hanno legato mani e piedi con le stringhe delle scarpe e lo hanno chiuso in bagno; poi hanno prelevato tremila euro dalle casse e si sono allontanati. In entrambi i casi, i filmati registrati dagli occhi elettronici potrebbero rivelarsi decisivi per le indagini.

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