NICOLA PALMA
Cronaca

Ramy Elgaml morto dopo inseguimento coi carabinieri: la fase finale della fuga ripresa dalla telecamera, i dubbi sul possibile urto

Negli ultimi frame la manovra delle forze dell’ordine per evitare una macchina: TMax e auto vanno fuori strada, ma non si vede l’eventuale contatto. La ricostruzione dell’inseguimento: il casco perso in via San Barnaba

L'auto incidentata dei carabinieri e, nel riquadro, Ramy Elgaml

L'auto incidentata dei carabinieri e, nel riquadro, Ramy Elgaml

Milano – Ore 4 di domenica, siamo all’incrocio tra via Solaroli e via Ripamonti. La telecamera comunale sistemata in cima al palo della luce all’incrocio punta sul lato opposto, quello di via Quaranta.

È in quel momento che nell’inquadratura entrano la Giulietta del Radiomobile e il TMax guidato dal ventiduenne tunisino Fares B., con precedenti per droga e reati contro il patrimonio. Sono i frame finali di un inseguimento partito otto chilometri (e venti minuti) prima in via Farini angolo Pasubio, dove lo scooter ha saltato l’alt di una pattuglia di carabinieri: in sella c’è pure il diciannovenne Ramy Elgaml, a sua volta già noto alle forze dell’ordine. Poco prima dell’incrocio, stando a quanto ricostruito finora, l’auto dei militari con sirena e lampeggiante accesi scarta a sinistra per evitare un altro veicolo e di fatto si ritrova subito dietro il TMax, sulla carreggiata che va verso il centro. L’occhio elettronico immortala il passaggio quasi contemporaneo dei due veicoli, che finiscono entrambi fuori strada vicino a un distributore di benzina.

Lo scooter termina la sua folle corsa contro il sostegno dell’insegna della stazione di servizio: Elgaml è a terra, disarcionato e gravemente ferito alla testa; morirà all’alba al Policlinico. Scatta l’indagine degli agenti della polizia locale, chiamati a occuparsi della fase conclusiva della sequenza: le immagini finora agli atti dell’inchiesta sono poco chiare. C’è stato un contatto nei secondi immediatamente precedenti tra la parte anteriore sinistra della Giulietta e la parte posteriore destra del TMax? I fotogrammi scandagliati dai ghisa non danno alcuna certezza: la telecamera di via Solaroli è ‘impallato’dalla sagoma della macchina.

Sulla marmitta dello scooter non sono stati evidenziati segni di vernice, ma c’è un’ammaccatura. Tuttavia, bisogna capire se fosse già presente o se sia stata provocata dal violento impatto con l’asfalto; da aggiungere che in una fase precedente dell’inseguimento, in via Lovanio, lo scooter ha impattato contro un’altra macchina dei carabinieri che ha provato a bloccarne la fuga, ma in quell’occasione sarebbe stato urtato sul lato sinistro. Il dubbio resta e va quindi registrato, anche perché è tuttora oggetto di approfondimenti investigativi e potrebbe essere in futuro al centro di ulteriori accertamenti tecnici e perizie nel fascicolo per omicidio stradale (al momento contro ignoti) affidato al pm Marco Cirigliano.

Detto questo, va allo stesso tempo sottolineato che i video a disposizione escludono che il possibile contatto possa essere stato innescato volontariamente e, qualora si sia verificato, lo inserirebbero piuttosto nel concitato contesto di un inseguimento andato avanti per otto chilometri durante il quale il conducente ha eseguito una serie di manovre pericolosissime per cercare di seminare le forze dell’ordine. Un inseguimento iniziato poco dopo le 3.30 a due passi da corso Como e proseguito a tutta velocità per le vie del centro.

Secondo quanto risulta al Giorno, il TMax guidato da B. percorre via Rosales e sbuca in viale don Sturzo, infilandosi contromano nel tunnel di Porta Nuova che arriva in via Gioia. Il conducente accelera ancora, saltando tutti i semafori senza rallentare: da largo La Foppa piomba in via Moscova dal lato opposto e la risale per poi svoltare a destra in via Lovanio, costretto a sterzare dalla presenza di un’altra pattuglia di traverso. E poi via Fatebenefratelli, piazza Cavour, via Manin, Porta Venezia, viale Majno e giù fino alla Rotonda della Besana; a quel punto, lo scooter gira a destra e raggiunge via San Barnaba, dove il passeggero Elgaml perde il casco a causa dei sobbalzi provocati dai dossi. Da via Sforza il motorino sfreccia verso corso di Porta Romana, per poi infilarsi in corso di Porta Vigentina e proseguire in via Ripamonti. Fino all’incrocio di via Quaranta.