NICOLA PALMA
Cronaca

"Quello di via Ajaccio è bello, mamma mia"

Smantellata una banda di ladri albanesi. I sopralluoghi, la super car Stelvio e il colpo in viale Suzzani con la proprietaria in casa

di Nicola Palma

"Il secondo e il penultimo sono chiusi, ma le finestre dei bagni sono aperte! Non credo... le avranno lasciate loro così... me quelle chiuse sono buone?". "Sì, il penultimo è mamma mia...". Sono le 19.59 del 21 giugno scorso, Arnoldi Gjoka e Alfons Cani sono in via Ajaccio, a Città Studi: scendono da una Citroen C3 e iniziano a girare attorno a uno stabile, monitorandone con attenzione tutti i piani. Non è quello il loro obiettivo di serata, ma impegnano le ore che li separano dalla scorribanda fuori Milano per sondare altri possibili bersagli da colpire.

I due albanesi, finiti in manette due giorni fa tra Bruzzano e Rodano coi connazionali Klevis Kola e Aleksander Senaj, non sanno che gli agenti della Mobile ne stanno già seguendo gli spostamenti passo dopo passo. I segugi di via Fatebenefratelli, coordinati dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Francesca Crupi e guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Vittorio La Torre, ci stanno lavorando da marzo, dopo aver "agganciato" un’Alfa Stelvio che continua a comparire nei filmati delle telecamere di Area B e Area C con targhe sempre diverse. È quella la super car che la batteria di ladri d’appartamento usa per i colpi: 510 cavalli e velocità di punta prossima ai 280 chilometri orari, è un bolide che neppure la più veloce della Volante può sperare di raggiungere in un eventuale inseguimento. Il box del Suv è a Segrate (anche se martedì è stato ritrovato in un garage di Cesano Maderno), in un parcheggio interrato vicino alla Cassanese. I quattro si infilano nella Stelvio e si dirigono verso San Donato Milanese, non prima però di aver rubato le targhe di una Honda Civic per montarle sull’Alfa; nella portiera lato passeggero c’è una pistola calibro 7.65 pronta all’uso (per fortuna non verrà mai utilizzata). Poco dopo l’una, la banda entra in azione, come da segnale inviato dal geolocalizzatore installato dagli investigatori sull’auto. Alle 2.31, la Stelvio passa sotto i varchi di via Mecenate; e alle 4.52 Gjoka, Cani e Senaj risalgono sulla C3 lasciata a Segrate per tornare a casa. Il giorno dopo, va in scena lo stesso copione. Alle 22.33, Gjoka e Cani si concentrano su un palazzo di Niguarda: "L’ultimo è da salire sopra il tetto e scendere giù...", si dicono dopo aver dato un’occhiata alla struttura dell’edificio. Alle 23.03, avviene il solito cambio auto a Segrate. E, dopo il rifornimento in una stazione di servizio, parte la ronda a Vimercate, in Brianza: in poco più di mezz’ora, tra le 23.49 del 22 giugno e le 0.30 del 23, entrano in due appartamenti dello stesso complesso. Dal primo, dimora di una coppia di anziani in vacanza, portano via monili d’oro, un anello con brillante, collane e girocollo dopo aver forzato una porta-finestra; dal secondo non riescono a portar via nulla perché è disabitato da tempo.

Finita? No, perché alle 3 i banditi entrano in una casa di viale Suzzani. La proprietaria è in camera da letto: sta dormendo e per fortuna non si accorge di nulla. "Dopo aver scardinato la tapparella esterna – metterà a verbale nella denuncia – hanno praticato un foro sul vetro della porta-finestra del balcone. Una volta all’interno, hanno probabilmente utilizzato un qualche tipo di sostanza affinché io non mi svegliassi e contestualmente asportavano dal mio comodino un porta oggetti che conteneva vari oggetti in oro, tra cui un orologio, una collana con ciondolo e un anello per un valore stimato di 7.500 euro".