Ha lavorato per anni nel settore dell’editoria, è autore di numerosi libri sui quartieri di Milano e non si ferma mai. "Ora – spiega Ferdinando Scala, 80 anni – sto realizzando un opuscolo insieme alla collega Giovanna Maderna, da portare ai bimbi della scuola primaria di via Bottego". Ed è tra i collaboratori dell’Associazione Antichi Borghi milanesi, coordinata da Roberto Schena, in prima linea per celebrare il centenario (proprio nel 2023) dell’annessione di 11 ex Comuni a Milano, tra cui Crescenzago.
Se dovesse consigliare dei luoghi da visitare, a chi non conosce la zona, quali indicherebbe?
"Sicuramente la chiesa di Santa Maria Rossa, romanica, il cui nucleo più antico risale al X secolo. Si chiama Santa Maria Rossa per la presenza di mattoni a vista che la caratterizzano. È stata restaurata negli anni Venti del Novecento ed è stata oggetto di restyling anche una trentina di anni fa. Il recupero della zona presbiteriale ha fatto emergere dei graffiti. Da ammirare, sull’abside, la figura del Cristo Pantocratore, cioè onnipotente, seduto in trono, all’interno di una mandorla coi colori dell’iride. È fra le più belle della città di Milano".
Altri gioielli?
"Le ville lungo il Naviglio Martesana. Ognuna ha il proprio nome e la propria storia da scoprire. Tutte sono affascinati. Per esempio la Villa Pino, d’ispirazione neoclassica, che fu fatta edificare dal generale napoleonico Domenico Pino nel 18esimo secolo. Tra i militari milanesi a fianco di Napoleone, fu lui a ottenere le massime onorificenze. È l’ultima che si vede, andando dal centro verso la periferia. Meravigliosa anche Villa Lecchi, dello stesso periodo, edificata direttamente sulla Martesana proprio a ridosso del ponte che collega via Adriano con via Padova. E, naturalmente, da vedere c’è anche l’antico Municipio che si trova in piazza Costantino, ancora punto di riferimento delle realtà territoriali. Noi vorremmo che tutto il patrimonio venisse salvaguardato, compreso quello dell’antica frazione San Mamete".
C’è un progetto in vista?
"C’è già stata una riqualificazione. L’antico oratorio secentesco ora è di proprietà privata e io auspico non venga snaturato. Di fronte c’era una cascina, poi diventata un rudere, e al suo posto ora c’è un nuovo complesso. Per un decennio quella cascina è stata “la chiesa“ di quartiere, prima che costruissero la parrocchia di Gesù a Nazareth".
Marianna Vazzana