
Quei 67 milanesi deportati e fucilati dalle SS. La memoria a ottant’anni dall’eccidio di Cibeno
Oggi al poligono di tiro di Cibeno, vicino a Carpi in provincia di Modena, saranno consegnate 67 pietre d’inciampo per ricordare le vittime dell’eccidio del 12 luglio di ottant’anni fa. Alla cerimonia ci sarà anche il gonfalone del Comune di Milano, accompagnato dalla consigliera Diana De Marchi, perché erano in gran parte milanesi quelle 67 persone tra i 16 e i 64 anni, già deportate e internate a Fossoli (il campo di transito verso i lager in Germania e in Polonia, raccontato anche da Primo Levi) che furono fucilate dalle SS. Dopo la Liberazione, i loro corpi furono riesumati e il 24 maggio 1945 furono celebrati per loro funerali solenni in Duomo.
Venerdì 12 luglio sarà Palazzo Marino a ricordare questa strage che non ha avuto giustizia, come le altre compiute dai nazifascisti in Italia nell’anno 1944 e i cui fascicoli furono nascosti per anni nel cosiddetto "armadio della vergogna": da Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto alle Fosse Ardeatine a piazzale Loreto a Milano, e molte altre che soprattutto in paesini remoti videro rastrellamenti e uccisioni barbare di prigionieri e civili, ebrei e partigiani, donne, anziani e bambini inclusi. In Sala Alessi, venerdì alle 10, il Comune di Milano ospiterà convegno commemorativo organizzato con l’associazione Familiari dei caduti dell’eccidio di Cibeno, Aned, Anpi, Anpc, Fivl, Fiap e Anppia, al quale prenderà parte anche Giovanni Molari, magnifico rettore dell’università di Bologna e parente di uno dei caduti in questa che viene chiamata anche strage di Fossoli.
Interverrà, in collegamento video, anche lo storico Mimmo Franzinelli, che più di vent’anni fa ha scritto un libro diventato una pietra miliare sulla vicenda dell’"armadio della vergogna", scoperto a Roma solo nel 1994, che nascondeva quasi settecento dossier e più di duemila notizie di reato sui crimini di guerra compiuti dai nazisti in collaborazione con i fascisti nostrani ai danni della popolazione italiana dopo l’armistio dell’8 settembre 1943. Dai vivo, gli attori Chiara Cimmino (pronipote di uno dei 67, Giovanni Barbera) e Valerio Vittorio Garaffa rappresenteranno lettere e testimonianze davanti alle immagini dei caduti del Cibeno. Sarà proiettato anche un video dei loro funerali solenni in Duomo, che furono la prima cerimonia pubblica dopo la Liberazione, con le autorità italiane e alleate. Gi. Bo.