Milano – Condomini, viali alberati, aiuole: a vederla sembra una zona residenziale come tante. Eppure, quest’area a Sud-Ovest della città, sotto la fermata Bande Nere, è il quartiere ebraico di Milano. Certo, qui ci sono sinagoghe, ristoranti e alimentari con soli prodotti kosher, un centro comunitario e una scuola ebraica, ma nessun vero tratto distintivo. Il motivo? La comunità è di origine recente - i primi arrivi a inizio Ottocento - quindi non si è mai formato un ghetto.
“Ci vivono italiani, cinesi e un po’ di giapponesi, perché c’è una scuola nipponica - spiega Lili Hu, titolare di un bar - Ma è aumentato il costo delle case e molti sono andati via. Comunque la zona è pulita e presidiata dall’esercito”.
Così anche per David Hadjibay, un ragazzo con la kippah che gestisce un alimentari kosher, e che racconta però di “qualche scritta antisemita sui muri dopo il 7 ottobre”. Dall’attacco di Hamas alcuni negozianti hanno dovuto alzare la guardia. Come Lilly Levi ed Emmy Metta, che gestiscono un altro alimentari kosher: “Da allora stiamo più attenti. Teniamo la porta chiusa e non facciamo entrare tutti”.