Cologno, turni estenuanti e carenza di personale: protestano i dipendenti della Mantovani

Per due ore i lavoratori hanno manifestato davanti alla casa di riposo, chiedendo un piano di assunzioni per non compromettere la qualità del servizio

Presidio casa di riposo Mantovani Cologno Monzese

Presidio casa di riposo Mantovani Cologno Monzese

Cologno Monzese (Milano), 13 febbraio 2023 - “Lavoriamo con persone, non con oggetti”, si legge su un cartellone. “Siamo stanchi di essere sfruttati”. E, ancora, “Il lavoro di tre non si può fare in due per la serenità e il benessere degli anziani”. Per due ore i dipendenti della casa di riposo hanno manifestato in via Dalla Chiesa, davanti alla struttura gestita dalla Fondazione Mantovani. Un presidio che ripropone una serie di nodi, che erano già venuti al pettine durante la pandemia, quando gli addetti colognesi erano scesi in strada per la prima volta, arrivando a organizzare un sit in anche davanti al municipio.

“Il problema principale riguarda la carenza di personale. Due operatori si occupano di 21 ospiti. È impossibile reggere ritmi e carichi di lavoro. Manca almeno una persona”, spiegano i lavoratori della Rsa. “Ogni anziano ha le sue esigenze: c’è chi deve essere imboccato, chi non è per nulla autosufficiente e, quindi, anche la vestizione richiede più tempo di quello previsto. Poi c’è l’igiene personale, il bagno, le alzate dal letto. Insomma, le attività sono molteplici, soprattutto la mattina”. Presenze e turni vanno insomma ricalibrati da parte della Fondazione. “Dalla pandemia viviamo ormai una situazione di carenza cronica di personale. Diverse colleghe storiche, poi, hanno deciso di licenziarsi e andare altrove. C’è chi è andato via dopo dieci anni di servizio proprio perché la situazione non si regge più. Sono aumentate le assenze per malattia, perché i carichi sono estenuanti”.

E l’organizzazione del lavoro rischia di avere ripercussioni anche sugli ospiti della casa di riposo. “L’assistenza non può essere solo una questione di matematica: un minutaggio prestabilito ad anziano, perché ognuno ha fragilità ed esigenze diverse. Certo, che la mancanza di operatori rischia di impattare sulla qualità del servizio che, fino a pochi anni fa, è sempre stata di eccellenza in questa struttura”. 

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