Ambulanti in piazza per protesta: corteo e traffico in tilt

Dal presidio in Centrale alla protesta non autorizzata: "Vogliamo lavorare". La trattativa con le forze dell’ordine e l’incontro in Prefettura

Il corteo degli ambulanti in viale Majno

Il corteo degli ambulanti in viale Majno

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Milano - Dal presidio in Centrale al blitz non autorizzato in via Vitruvio. Il trasferimento a piedi e in furgone in viale Majno e la trattativa con le forze dell’ordine per chiudere il pomeriggio con un incontro in Prefettura durato due ore. In sintesi, la cronaca della giornata vissuta ieri da centinaia di ambulanti che vendono prodotti non alimentari e che partecipano a sagre e fiere, fermi per le restrizioni anti-contagi: la manifestazione ha avuto notevoli ripercussioni sul traffico in centro, con auto incolonnate e circonvallazione interna chiusa per diverse ore nel tratto compreso tra i Bastioni di Porta Venezia e piazza Cinque Giornate. Alla fine, alcuni rappresentanti di categoria sono stati ricevuti a Palazzo Diotti dalle 18.30 alle 20.30, strappando contemporaneamente l’impegno di Palazzo Lombardia a farsi portavoce delle loro istanze domani alla Conferenza Stato-Regioni. "Vi chiedo di riconsiderare le attuali disposizioni che limitano lo svolgimento dei mercati, consentendo a tutti gli operatori commerciali di poter svolgere appieno la propria attività, nel pieno rispetto dei protocolli sanitari e delle misure di contrasto all’assembramento", l’appello dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi in una lettera indirizzata al Governo.

«Vogliamo lavorare» . "Fateci aprire". I cartelli compaiono di buon mattino in piazza Duca d’Aosta: sono circa 200 i partecipanti, con un centinaio di furgoncini posteggiati lungo via Vittor Pisani. Poco prima delle 13, parte un corteo improvvisato: non è nei patti, l’emergenza Covid vieta manifestazioni non statiche. Il serpentone, intenzionato a raggiungere la Prefettura (dov’è prevista una riunione alle 14.30), viene fermato da carabinieri e polizia all’angolo tra via Vitruvio e via Benedetto Marcello: c’è qualche momento di tensione, ma la situazione resta sotto controllo. Dopo mezz’ora di stallo, durante la quale i vigili impediscono a chi arriva da corso Buenos Aires di svoltare in via Vitruvio, gli ambulanti vengono deviati in via Tadino, con i camioncini che superano le persone a piedi e raggiungono rapidamente la fine di viale Majno. Alle 14, il presidio si è di fatto spostato sulla circonvallazione interna, con tutto quel che ne consegue in termini di ricadute sulla circolazione: un intero tratto chiuso dalle pattuglie della locale. Nel frattempo, però, il primo incontro in programma è saltato, anche perché i manifestanti hanno violato le prescrizioni della vigilia.

Il messaggio è chiaro, e vale pure per chi scenderà in piazza nelle prossime settimane: non si possono trasgredire le regole e pretendere di essere comunque ascoltati come se nulla fosse successo. La base degli ambulanti, che non sembra stare molto a sentire quello che urlano nei megafoni i loro delegati, non la pensa così: "Non abbiamo fatto niente di male, vogliamo soltanto tornare a lavorare: a Roma sono stati più duri". Qualcuno minaccia di spostarsi in tangenziale e procedere "a 50 all’ora"; altri assicurano: "Qui a oltranza"; altri ancora promettono: "Domani ( oggi, ndr ) andremo nei mercati".L’impasse è palpabile , nonostante i tentativi di stemperare gli animi da parte dei funzionari di polizia, con la mediazione del consigliere regionale Gianmarco Senna, presidente della commissione Attività produttive in quota Lega.

Alle 16.30, la tensione risale: alcune decine di manifestanti si avvicinano all’angolo con corso Monforte, dov’è sistemata la prima linea di sbarramento delle forze dell’ordine a protezione della Prefettura (le altre due sono posizionate agli incroci con via Vivaio e via Conservatorio), e iniziano a sbattere i pugni sulle transenne: "Non ce ne andiamo, dovete ascoltarci". La mediazione finale produce l’agognato incontro a Palazzo Diotti: i rappresentanti di categoria vengono a lungo ascoltati e rassicurati mentre espongono i numerosi problemi e chiedono ristori immediati. I furgoni cominciano a defluire in serata, la manifestazione è finita. Certo, tutto dipenderà dai segnali che arriveranno da Roma: se non ci sarà il via libera alle bancarelle, la sensazione è che rivedremo presto in strada i camioncini.

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