
Prima campanella per un milione di studenti lombardi (1.142.939, per l’esattezza), che stamattina torneranno sui banchi di 54.559 classi per l’inizio dell’anno scolastico 2022-23. Non un rientro come tutti gli altri, bensì un ritorno (si spera il più duraturo possibile) alle vecchie abitudini pre-pandemia: via mascherine Ffp2 (tranne per prof e alunni fragili) e didattica a distanza, gli alunni potranno muoversi liberamente e riprendere tutte le attività interrotte o sospese negli anni più difficili dell’emergenza Covid. Ovviamente, il Ministero ha già previsto un piano B in caso di recrudescenza del virus, anche se tutti si augurano che le aule tornino definitivamente a essere soltanto quei luoghi di apprendimento e socialità che conoscevamo fino al marzo 2020. Detto questo, i problemi restano, evidenziano i sindacati.
Partiamo dai numeri ufficiali, comunicati due giorni fa dai responsabili dell’Ufficio scolastico regionale: 4.874 i docenti nominati in ruolo, di cui 424 di sostegno, 3 unità di personale educativo e 24.623 supplenti (di cui 6.411 sul sostegno). Per quanto riguarda Milano e hinterland, le cifre aggiornate a sabato parlavano di circa 1.800 in ruolo e quasi 10.300 supplenti. Dati "avvilenti" per i delegati della Flc-Cgil Lombardia: rispetto all’autorizzazione di 22.277 posti per docenti, sottolineano, risultano assegnati, "al termine delle procedure di scorrimento delle graduatorie a esaurimento e delle procedure concorsuali in atto", soltanto 6.913 posti, "di cui ben 2.041 dalle procedure straordinarie, quindi con contratto a tempo determinato". Tradotto: "In cattedra solo un docente su tre, tutte le scuole inizieranno con orari ridotti e decine di migliaia di cattedre scoperte da assegnare alle supplenze". Come dire: nuova scuola, vecchi problemi.
Nicola Palma