Pronto soccorso e ambulatori pieni "I medici di famiglia non bastano"

Impenna il virus sinciziale: in 118 nelle ultime 24 ore al Buzzi. Pedrini: "Vaccino e recuperate le mascherine"

Solo nelle ultime 24 ore il pronto soccorso dell’Ospedale pediatrico Buzzi di Milano ha assistito 118 pazienti, 40 i "codici gialli", ben oltre la media del periodo. Una novantina le persone che ogni giorno si stanno rivolgendo anche alla Clinica De Marchi, fra i quali la metà ha problemi respiratori.

L’impennata dell’influenza continua, con i casi legati al virus respiratorio sinciziale in aumento. E se dal Policlinico dicono che al momento la situazione è "abbastanza in linea" con lo stesso periodo di altri anni, confermano comunque la percezione: "l’influenza ha anticipato un po’ coi tempi. Di solito, il picco è a cavallo di gennaio. Quest’anno potrebbe arrivare un po’ prima".

Pronto soccorso affollati (con qualcuno che alla fine desiste e torna a casa), studi dei medici di base pieni, con un’aggravante: la situazione negli ambulatori è resa "ancora più complessa dalle carenze" di medici di medicina generale, spiega Paola Pedrini, segretario generale della Fimmg. "Per chi ha un carico normale di pazienti è una stagione intensa, per chi è oltre il massimale e arriva fino a duemila assistiti è molto peggio - continua -. Se lavoriamo fuori orario? Sì. Solitamente c’è una parte di ambulatorio e una parte di back office, ora sia il mattino che il pomeriggio sono impegnati in visite ambulatoriali per questi pazienti. Molti sono nella fascia d’età dei lavoratori e quindi bisogna fare anche i certificati di malattia. In questo momento sembra più colpita proprio la fascia dei giovani adulti, un po’ meno gli anziani", aggiunge il segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale. "Noi medici di famiglia in Lombardia abbiamo gli studi molto pieni e c’è di tutto in realtà - continua Pedrini - non solo influenza, ma anche Covid. Si fa il tampone per scrupolo, per escludere Sars-CoV-2, e invece ne troviamo ancora alcuni positivi, anche se l’impressione è al momento che Covid sia inferiore alle sindromi influenzali, ma questo virus c’è ancora". Alcune forme durano anche una settimana, a volte la febbre se ne va per un giorno ma poi ritorna. "La situazione è già esplosa - aggiunge - peggio degli ultimi anni e del pre-Covid". L’invito è a ricorrere al vaccino antinfluenzale, approfittando anche della gratuità in Lombardia, estesa a tutte le fasce d’età: "Si è ancora in tempo", conferma la dottoressa, che invita anche a "recuperare l’uso della mascherina, che stiamo un po’ dimenticando". "La mascherina - osserva - può essere di grande aiuto, per ridurre soprattutto la diffusione dei virus".

E se le Case di comunità, "non possono attualmente essere d’aiuto per alleggerire il carico", il segretario di Fimmg Lombardia lancia un’idea: "Ampliare i tamponi fatti con il Servizio sanitario nazionale è un’attività che potrebbe essere fatta nelle Case di comunità, evitando che il paziente vada in farmacia e lo paghi, e facendo in modo che arrivi in ambulatorio avendo già escluso o accertato il Covid. Sul fronte delle carenze di medici, invece, una soluzione a breve termine purtroppo non c’è".

Re.Mi.

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