Milano, 27 agosto 2024 – “I progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza per Milano? Noi siamo, tutto sommato, in linea con i tempi”. L’assessore comunale al Bilancio Emmanuel Conte predica ottimismo sul fronte Pnrr.
Qualche giorno fa, l’Associazione nazionale Comuni d’Italia (Anci) ha scritto al Governo lamentando il fatto che la Ragioneria dello Stato non sta erogando l’anticipo del 30% dei fondi previsti per i progetti del Pnrr, un acconto che l’esecutivo nazionale aveva messo nero su bianco in un decreto dello scorso 26 febbraio.
L’Anci, invece, segnala “ritardi e dinieghi”. Insomma, lo Stato non solo tarda a versare il 30% dei fondi promessi ma spesso e volentieri li nega agli enti locali che ne hanno assoluto bisogno per portare avanti gli iter progettuali e i relativi cantieri.
La situazione a Milano
Ma ripartiamo da Milano. Palazzo Marino ha ottenuto finanziamenti pari a 812,69 milioni di euro dal Pnrr suddivisi tra missione 1, missione 2, missione 4, missione 5 e 111,07 milioni di euro dal Fondo Nazionale Complementare. Progetti messi a rischio dai mancati anticipi da parte del Governo? Conte assicura che “il fenomeno dei mancati acconti non sta provocando problemi a Milano. Noi abbiamo una struttura di cassa positiva, quindi gli anticipi li mette direttamente il Comune”.
L’allarme segnalato dall’Anci sembra riguardare sopratutto i Comuni medio-piccoli, quelli con pochi fondi in cassa. Il capoluogo lombardo va avanti per la sua strada e il sindaco Giuseppe Sala conta di spendere tutti i fondi ottenuti in chiave Pnrr. Non solo. Il primo cittadino, a più riprese, ha fatto sapere al Governo che Milano sarebbe in grado di spendere anche fondi aggiuntivi, magari quelli che altri Comuni non riusciranno a mettere a frutto per questioni burocratiche o di debolezza della macchina amministrativa.
Il nodo dei costi aggiuntivi
Conte, intanto, sintetizza così lo stato di avanzamento di progetti e lavori legati al Pnrr: “Siamo tutto sommato in linea. Nel 2023 abbiamo condotto la fase dell’istruttoria, mentre quest’anno stiamo portando avanti la fase attuativa, cioè i cantieri”. I progetti meneghini riguardano in particolare i trasporti, le scuole, le strutture culturali, la digitalizzazione.
Dando un’occhiata alla tabella di aggiornamento, ferma all’inizio di luglio, si nota che spesso i fondi del Pnrr si discostano più del previsto dal costo effettivo per realizzare l’opera, un costo cresciuto dopo il 2022 a causa dell’incremento dei prezzi per le materie prime e per l’energia. Un caso su tutti? La Biblioteca europea di informazione e cultura in Porta Vittoria, il cui costo inizialmente stimato era di 115 milioni di euro, costerà in realtà 130.236.100 euro a causa degli extracosti.
I fondi stanziati nel Pnrr per quest’opera a lungo attesa dalla città ammontano a 101.574.000 euro. Come coprire le spese aggiuntive? L’assessore ricorda che ci sono “due Foi, Fondi per le opere indifferibili, allocati prima dal Governo Draghi e poi dal Governo Meloni, che serviranno proprio a coprire gli extracosti. La verifica finale, però, andrà fatta una volta completate le opere”.
L’obiettivo di Palazzo Marino, in ogni caso, resta quello di riuscire a spendere tutti i fondi assegnati con il Pnrr. “La programmazione è centrata su chiudere tutti i progetti e i relativi lavori entro la metà del 2026”, conferma Conte.
I piani completati
Alcuni progetti legati al Pnrr risultano già “conclusi”, ad esempio la pista ciclabile Eurovelo 5 lungo il Naviglio Pavese (2,5 milioni di euro spesi, 1,5 milioni dal Pnrr). “In esecuzione”, invece, il rinnovo dei bus (8,8 milioni di euro), la corsia riservata Zavattari-Stuparich della 90-91 (9 milioni di euro dal Pnrr, 23 milioni di euro il costo reale), la nuova scuola di via Reni (4,9 milioni di euro), la riqualificazione di piazza Freud davanti alla Stazione di Porta Garibaldi (3 milioni di euro) e la nuova biblioteca Lorenteggio in via Odazio (1,3 milioni di euro dal Pnrr, 8,3 milioni di euro il costo con gli extracosti).