Profilassi per i più fragili Le dosi rischiano di scadere

La Lombardia è stata la regione più virtuosa con 370 sieri utilizzati ma in tutta Italia ce ne sono diecimila che non potranno essere più utilizzate

di Federica Pacella

Erano state distribuite per la profilassi anti-Covid 19 ai pazienti più fragili indicate da Aifa, ma le dosi con combinazioni di anticorpi monoclonali rischiano di scadere senza esser state utilizzate. Delle circa 20mila dosi distribuite a livello nazionale, ne sono state usate solo 1675, ma ce ne sono 10mila in scadenza a fine luglio (per le altre 10mila il termine ultimo è dicembre). La Lombardia, a cui ne sono state destinate 3mila, in due tranche, è stata la regione più virtuosa con 370 dosi usate (ha reclutato il più alto numero di pazienti), ma serve un’ulteriore accelerazione con il richiamo dei pazienti fragili, per evitare che le fiale disponibili non siano utilizzate in tempo: per questo, Regione Lombardia invierà una nota di sollecitazione e ai Direttori Generali delle Asst lombarde, secondo quanto emerso nell’ambito del tour promosso da Senior Italia FederAnziani con AstraZeneca.

"La combinazione dei due anticorpi monoclonali umani, tixagevimab e cilgavimab, è un’importante opzione in grado di prevenire la malattia nei pazienti che hanno risposto in modo insufficiente al vaccino – afferma Giuliano Rizzardini, direttore Responsabile Malattie Infettive 1 del ‘Sacco’ di Milano -. Una singola dose, facilmente somministrabile per via intramuscolare, determina una protezione duratura, per almeno 6 mesi. Nello studio pubblicato sul “New England Journal of Medicine“, la combinazione ha ridotto dell’83% il rischio di sviluppare il Covid sintomatico. Però finora il suo utilizzo nel nostro Paese è stato insufficiente".

Diversi gli ostacoli che hanno limitato finora l’uso di questo farmaco, "a partire dal vincolo costituito da un test sierologico negativo, rimosso da AIFA anche a seguito di nostre sollecitazioni", spiega Matteo Corradin, Dirigente Unità Operativa Polo Ospedaliero della Regione Lombardia. Resta comunque al clinico, come stabilito da AIFA, la decisione sul trattamento con questa opzione farmacologica. "Si stima – conclude Roberto Messina, presidente Senior Italia FederAnziani - che siano oltre 150mila i pazienti in Italia potenzialmente candidabili al trattamento con la combinazione di monoclonali: sono trapiantati, affetti da patologie onco-ematologiche, in trattamento chemioterapico attivo, oppure con farmaci immunosoppressori per patologie ad esempio reumatologiche o neurologiche, o colpiti da immunodeficienze primarie".

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