Prof abusiva per 20 anni: deve restituire 314mila euro di stipendi. Ecco dove ha insegnato

Contraffatti i titoli di studio con cui ha lavorato in cinque scuole della Brianza. Il caso scoppia nel 2018 per la segnalazione di un preside. La Corte dei Conti la condanna a restituire redditi per 314mila euro

Un'aula

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Per più di vent’anni ha insegnato senza averne i titoli. Dal 2000 al 2021, ha certificato di avere le carte in regola per ricoprire il delicato ruolo di insegnante di sostegno per alunni con disabilità. E invece era tutto inventato. Secondo le indagini della Procura della Corte dei Conti della Lombardia, Angela Maria Riva "ha dichiarato il falso e prodotto documentazione contraffatta al fine di ottenere i contratti di lavoro ai quali aspirava". Per questo, i magistrati contabili l’hanno condannata a risarcire al Ministero dell’Istruzione e del Merito tutti gli stipendi illecitamente percepiti: al netto delle ritenute fiscali, la sessantatreenne deve ridare 314.651,79 euro. Stando a quanto si legge nel verdetto firmato dal collegio Tenore-Ronci-Vinciguerra, la vicenda inizia il 10 maggio 2018, quando il dirigente scolastico dell’Istituto Floriani di Vimercate segnala ai pm della Corte della Conti la professoressa Riva "per aver prodotto false dichiarazioni e false certificazioni in occasione dell’assunzione a tempo indeterminato presso l’istituto scolastico in qualità di docente di sostegno".

Scattano le verifiche ed emerge che il 2 settembre 2010, alla stipula del contratto, la donna ha "rilasciato le prescritte dichiarazioni sostitutive di atto notorio e di certificazione, concernenti in particolare i servizi pre-ruolo prestati e il possesso dei titoli di studio e abilitanti all’insegnamento". Vale a dire: il diploma di laurea in Pedagogia all’Università di Parma datato 1986, il diploma di laurea in Psicologia alla Cattolica di Milano datato 1996 e la certificazione della Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario (Ssis) della Cattolica datata 2002 "relativa al conseguimento della specializzazione per l’attività didattica di sostegno".

Andando a ritroso, gli investigatori mettono in fila tutta la carriera scolastica di Riva: dal quinquiennio 2000-2005 all’Ipsia (Istituto professionale per l’industria e l’artigianato) Meroni di Lissone al quadriennio 2004-2008 all’Ipssec (Istituto professionale statale per i servizi dell’enogastronomia e commerciali) Olivetti di Monza, fino ai dieci da precaria al Floriani. Dopo aver acclarato "la non autenticità" dei titoli, l’8 maggio 2018 il preside della scuola di Vimercate dichiara nullo il contratto di lavoro "per mancanza di requisito essenziale". Finita? No, perché negli anni scolastici 2019-2020 e 2020-2021, la docente ottiene cattedre da supplente rispettivamente al comprensivo Salvo d’Acquisto di Muggiò (scuola elementare) e al comprensivo di Villasanta (scuola dell’infanzia).

In udienza  gli avvocati della donna hanno innanzitutto eccepito che l’azione erariale fosse "parzialmente prescritta, in assenza di occultamento doloso", e in secondo luogo chiesto una riduzione del 40% del danno contestato, "tenuto conto dei vantaggi comunque conseguiti dall’amministrazione per le prestazioni di fatto rese dalla signora Riva (assai apprezzata da discenti e colleghi)". Inoltre, Riva ha affermato di aver realmente partecipato al corso di specializzazione in Cattolica e di aver conseguito il titolo richiesto per l’insegnamento di sostegno. Dichiarazioni smentite dal segretario dell’ateneo, che ha spiegato che la prof non è mai stata iscritta alla Ssis e che non ha mai conseguito alcuna specializzazione. Di più: in un certificato prodotto dalla donna, è stata indicata una matricola appartenente "ad altra persona, laureata". Conclusione: sconfitta su tutta la linea e condanna a risarcire 314mila euro.

 

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