
Prima biliardo, carte e bianchini: ora il Circolino in veste sociale
di Gabriele Moroni
Via Quattro Novembre numero 20. Un angolo fronteggiato dalle scuole elementari. Bar trattoria Girasole è l’insegna che campeggia sulla saracinesca malinconicamente abbassata da più di tre anni. E’ l’ultimo nome che ha avuto il locale, ma per i parabiaghesi che hanno i capelli grigi o che ai capelli hanno dato un addio definitivo il nome era un altro: Circolino. Un pezzo della storia di Parabiago. Una storia ultracentenaria. Con tutta la malinconia degli addii mitigata dalla dolcezza dei ricordi. Il Circolino non è stato né ceduto né venduto. Quella conclusa giorni fa è stata la sua "fusione per incorporazione" con la cooperativa sociale Intrecci di Rho, nata nel 2003, promossa dalla Caritas Ambrosiana, che si occupa di servizi alla persona.
Ai tempi gloriosi succedono, inevitabili, quelli grami. La legge biologica che scatta, implacabile. I gusti dei giovani che si indirizzano altrove, comunque molto lontano dai vecchi, gloriosi circoli. La mazzata finale inferta dalla pandemia. A fine giugno di due anni fa gli ultimi gestori, due coniugi cinesi, presentano la disdetta. Sulla saracinesca chiusa il cartello "affittasi" e un numero di cellulare. Qualcuno si fa avanti, ma è un nulla di fatto. E neppure si riesce a vendere. Atto di nascita il 12 giugno 1921, come Circolo Cooperativo Umberto I, davanti al notaio Cesare Allemandi, "per la durata di anni 99". Subito entrato nella vulgata come il Circolino, da non confondere con il Circolone, intitolato a Vittorio Emanuele II, padre di Umberto nonché fra i padri della patria. Valore dell’azione per il socio: 100 lire. Due saloni e il cortile, altri quattro locali al piano superiore. Approdo nei lunghi pomeriggi domenicali come per una santificazione laica della festa. Caffè e bianchini. Difficile trovare una sedia libera. Il fumo di infinite sigarette avvolgeva come una cortina i tavolini dove si giocava a carte in un clima da curva e la grande sala del biliardo. Storia nella storia. Il Circolino diventa la sede del primo Milan Club d’Italia. E’ il 1962. L’idea viene in pullman, per un Sampdoria-Milan, a cinque ragazzi uniti dal collante dell’amicizia, dalla fede rossonera e naturalmente dalla frequentazione del Circolino: Silvano Marazzini, Angelo Nebuloni detto "Cocoino", Giuseppe Venini, Ambrogio Borsani, Adriano Nebuloni.
La bozza dello statuto e l’atto costitutivo portano la data del 15 febbraio 1962. Il giorno dell’inaugurazione tutta la squadra è presente al Circolino. Con gli anni arrivano anche il Motoclub e il Gruppo ciclistico Libero Ferrario. Nello studio di Luigi Annoni, commercialista della cooperativa dal 1998, Annibale Denti e Attilio Dallù, rispettivamente ultimo presidente e ultimo segretario, firmano le ultime carte. "Il Circolino - dice Denti - è stato un grande punto di riferimento per tanti parabiaghesi, anche per i giovani. Con questa fusione diamo una continuità alla sua storia. Con una veste diversa, rimarrà una realtà di Parabiago".