
Mariangela Zaccaria non è nuova ai riconoscimenti nel 2013 ha ottenuto il «Giorgio Ambrosoli»
Milano, 27 ottobre 2014 - Oggi Mariangela Zaccaria sarà a Taranto per ritirare il premio «Giacomo Giacobelli». Così la Fondazione Nuove Proposte ha voluto riconoscere l’impegno da lei profuso contro la corruzione negli appalti pubblici in qualità direttore del settore «Gare e Contratti» del Comune. Una carica che Zaccaria ha ricoperto dal 2002 al 2009. Ora, invece, è vicesegretario generale di Palazzo Marino. Ma i premi in onore di quel settennato continuano senza sosta. Nel 2013 Zaccaria conquistò il premio «Giorgio Ambrosoli». «Ma senza una buona squadra – precisa lei – non avrei ottenuto alcun risultato».
Quali sono gli elementi sui quali vi focalizzate per evitare che gli appalti siano vinti da imprese disoneste?
«Mi limito ai controlli più semplici. Quando arrivano le buste delle imprese con le offerte bisogna innanzitutto verificare il timbro dell’ufficio postale: se arrivano tutte dallo stesso ufficio benché le aziende abbiamo sede in Comuni e Regioni differenti, allora ci sono i presupposti che si tratti di un cartello. Altrettanto si può dire delle polizze assicurative o bancarie attraverso le quali le imprese depositano le fideiussioni: talvolta abbiamo riscontrato che la compagnia assicurativa o la banca erano le stesse per tutte o quasi le aziende in gara. Poi le indagini sull’organigramma delle società: capita di scoprire che chi si presenta come rappresentante legale di una delle imprese in gara, è anche direttore tecnico di un’altra delle imprese in corsa».
E i controlli sui controllori, sui dipendenti della pubblica amministrazione?
«Il primo argine è la pubblicità, rendere pubblico il progetto in tutte le sue parti e non solo i capitolati speciali, quelli che possono essere scritti in modo da limitare il campo solo a certe imprese».
Quali misure varò nel 2002, quando arrivò alla direzione Gare del Comune?
«Nel 2002, complice il regime di autocertificazioni introdotto nel ’98 dalla legge Bassanini, non c’erano controlli contro la corruzione. Su indicazione di Transparency International abbiamo avviato i Patti di integrità: i funzionari comunali e le imprese si impegnavano reciprocamente a non mettere in atto e non accogliere tentativi di corruzione. Oggi Milano è citata come esempio nel piano nazionale anticorruzione ma all’inizio non è stato facile: dal 2002 ad oggi, solo per i fatti che comportano la denuncia in procura, abbiamo firmato 465 provvedimenti di esclusione dagli appalti contro 166 imprese e ben 211 di quei provvedimenti furono varati nel 2002. Bene, il 5 novermbre sarò in tribunale per rispondere di un risarcimento danni risalente proprio al 2002».
Minacce?
«Al nord si usano modi legali per intimorire i dipendenti pubblici, quali chiedere il risarcimento danni direttamente al singolo funzionario: ad una mia collega sono stati chiesti 2 milioni di euro di danni. Oppure c’è chi manda lettere minacciando denunce per abuso di ufficio o chi, una volta escluso dalle gare, fa decine richieste di accesso agli atti col solo scopo di impedirti di occuparti d’altro. Spesso si tratta di imprese che hanno più avvocati che operai».
di Giambattista Anastasio
giambattista.anastasio@ilgiorno.net