
Pino Pozzoli, vicesindaco di Opera
Il sindaco di Opera, Ettore Fusco, ha ufficialmente nominato il suo vicesindaco: Pino Pozzoli, esponente di Fratelli d’Italia, figura storica della politica locale (e non solo), con cui Fusco ha condiviso un lungo e talvolta controverso percorso. I due si erano avvicinati ai tempi della gestione del campo rom, tema su cui costruirono un’intesa politica solida. L’alleanza si ruppe con la fine del secondo mandato di Fusco: alle elezioni successive, infatti, venne candidato il forzista Antonino Nucera (sostenuto da Lega e Forza Italia), mentre Pozzoli si sfilò. La spaccatura portò alla vittoria di Nucera, la cui esperienza si concluse prematuramente a causa di ben noti problemi giudiziari. Tornato in campo, Fusco si è ricandidato con il centrodestra senza FdI, Pozzoli corse da solo, contribuendo alla sconfitta di Forza Italia e Lega e all’inaspettata vittoria del centrosinistra, con Barbara Barbieri eletta per una manciata di voti. Anche la sindaca Barbieri, però, dopo due anni e mezzo, travolta da una spaccatura interna alla maggioranza si è dovuta dimettere. Oggi, con la nuova tornata elettorale, Fusco e Pozzoli tornano alleati, dichiarando di voler garantire "una buona amministrazione per Opera".
Una storia politica intensa e tortuosa. Ci racconta i suoi primi passi in politica?
"I miei primi passi in politica risalgono alla nascita di Azione Giovani, sorta dalle ceneri del Fronte della Gioventù. Avevo quindici anni. All’epoca si faceva politica nelle scuole, nelle piazze, nella storica federazione di AN in via Mancini. A 23 anni, il partito mi chiese la disponibilità a candidarmi a Opera. Da allora, eletto consigliere comunale, non ho più smesso di dedicarmi al mio paese".
Che ricordi ha della rivolta contro il campo rom?
"Il campo rom, voluto dall’amministrazione di centrosinistra e osteggiato da tutto il centrodestra attraverso proteste e manifestazioni, fu l’episodio cardine che determinò l’avvicendamento politico a Opera. Partecipai attivamente alla protesta, durata due mesi, come avrebbe fatto qualsiasi consigliere d’opposizione".
Perché il divorzio di Fratelli d’Italia da Lega e Forza Italia?
"Nel 2018, dopo dieci anni di governo, Lega e Forza Italia decisero di appoggiare come sindaco Antonino Nucera, all’epoca esponente di NCD, partito che governava insieme al PD. Fratelli d’Italia, il cui slogan era “Mai con la sinistra, mai con i 5 Stelle“, non poteva accettare questa scelta. Nacque così una lista indipendente, che ottenne il 17,5% alle elezioni".
Dopo la caduta del sindaco Nucera, la sua decisione di proseguire ha regalato il Comune alla sinistra?
"Il 2021 è stato un anno doloroso per il centrodestra operese. Gli scossoni giudiziari avevano provocato forte turbamento. Come referente di Fratelli d’Italia chiesi un passo indietro a tutti, me compreso, per proporre volti nuovi, dato che le indagini erano ancora in corso. Non riuscendo a trovare un accordo, ci siamo presentati ancora una volta divisi. La vittoria, seppur risicata, è andata al centrosinistra. E tutti noi operesi ne abbiamo pagato le conseguenze per lunghissimi mesi".
Come mai il ritorno di fiamma tra lei e Fusco?
"L’agonia amministrativa vissuta, unita al fatto che le indagini si sono nel frattempo concluse, ci ha imposto di anteporre il bene di Opera a ogni legittima istanza di parte. Nell’aprile 2024 ho proposto a Fusco la costituzione di un unico gruppo consiliare e successivamente indicato come candidato sindaco del centrodestra unito. Oggi servono persone con esperienza politica e amministrativa. Ettore, per il suo percorso, rappresenta la migliore garanzia per risollevare Opera e riportarla alla normalità".